Sull’autonomia “consiglierei a tutti di fermarsi”. Anzi, “io mi batterò perchè ci si fermi. Non sarò tra quelli che fanno più uno”.
Lo mette in chiaro Michele De Pascale, neoeletto governatore dell’Emilia-Romagna, incontrando la stampa questa mattina in Regione dopo il successo elettorale di ieri. “Spero che non solo i rilievi della Corte costituzionale - dice - ma anche i dati dell’affluenza facciano riflettere i miei colleghi presidenti. Ormai è evidente, quando una Regione vota da sola i dati di partecipazione sono bassi”. E in questo senso, spiega De Pascale, “io sono preoccupato da una Repubblica che vuole continuare ad accentrare funzioni su un livello istituzionale che poi al voto ha i livelli di partecipazione più bassi”. I
n questi anni, sottolinea il neopresidente, “sia dai Comuni e dalle Province sia dallo Stato, abbiamo convogliato poteri sulle Regioni. Ma poi sistematicamente per i Comuni e lo Stato i livelli di partecipazione sono più alti, mentre se in Regione facciamo il 50% di affluenza stappiamo una bottiglia”. Detta in altri termini, incalza de Pascale, “questa bulimia di funzioni e poteri non si traduce in un riconoscimento da parte dei cittadini”. Per questo, insiste il sindaco uscente di Ravenna, “consiglierei a tutti di fermarsi”. Piuttosto, suggerisce, “lavoriamo sulle funzioni che abbiamo e capiamo se sul piano amministrativo ci sono altre cose da fare. Ma non capisco perchè spostare ancora funzioni dallo Stato alle Regioni, creando 20 staterelli con leggi diversi”. Quindi, assicura de Pascale, “da presidente mi batterò perchè ci si fermi. Non sarò tra quelli che fanno più uno. Un conto è gestire, un conto è legiferare. E in questi anni abbiamo già decentrato tanto da questo punto di vista”.