I fiumi in piena a Natale in provincia di Ravenna, le immagini dall’elicottero dei Carabinieri VIDEO

Ravenna
  • 27 dicembre 2025

Un Natale ad alta tensione in provincia di Ravenna per le piene dei fiumi dopo le abbondantissime precipitazioni degli ultimi giorni. Le immagini dall’elicottero realizzate dal 13° nucleo elicotteri Carabinieri di Forlì.

Castel Bolognese, le polemiche

Un centinaio di persone della frazione di Biancanigo, territorio di Castel Bolognese in zona Tebano, ha passato il pomeriggio del giorno di festa da sfollati al Centro di protezione civile allestito al palazzetto dello sport. Il livello massimo di allerta è stato raggiunto nel pomeriggio del 25, a quel punto sono entrate in funzione anche le ruspe, arrivate sull’argine destro del Senio intorno alle 17 con l’ordine di aprire un varco per lasciar defluire l’acqua in arrivo, vorticosa, da monte.

Ore di apprensione poi alle 18.30 l’annuncio: «Per ridurre la pressione idraulica, si è da poco concluso l’intervento di apertura di un varco in corrispondenza dell’ansa dell’argine destro del Senio, subito dopo Tebano, che fungerà da soglia di sfogo qualora il livello del fiume dovesse ulteriormente aumentare - è quello che ha scritto il sindaco di Castel Bolognese Luca Della Godenza sui social istituzionali del Comune -. Il varco immette in un’ansa chiusa di circa venti ettari. L’intervento è stato disposto congiuntamente al sindaco di Faenza, alla luce della criticità della situazione in evoluzione. L’arginatura in oggetto risultava realizzata da un privato in assenza delle necessarie autorizzazioni e in modalità non conformi alla normativa vigente; alla luce delle criticità idrauliche riscontrate negli eventi precedenti, l’intervento si è reso necessario per garantire la sicurezza idraulica e un migliore deflusso delle acque, scaricando la pressione sull’argine sinistro». Un messaggio che ha suscitato immediatamente una ridda di polemiche.

Quello che però manca al racconto dei social è quello che dice uno dei proprietari dell’area: «Non una goccia d’acqua del fiume ha oltrepassato quel varco. L’intervento sull’argine, che dalla via Emilia a monte da decenni spetta ai proprietari e non al Demanio che non lo ha ripreso nemmeno dopo gli ultimi anni di alluvioni ripetute, era stato fatto secondo un progetto depositato sulla piattaforma Sfinge e autorizzato - spiega Alberto Montanari proprietario dell’area dove è avvenuto l’intervento -. Non si è trattato di innalzare l’argine , che in cima ha ancora alcuni manufatti della precedente proprietà a dimostrazione del fatto che l’altezza è rimasta immutata, ma di allargare un po’ l’ansa del torrente. Questo ci è stato contestato, è vero, e tre mesi fa il sindaco aveva detto al mio vicino delegato per le opere, che in assenza di intervento alla prima piena importante sarebbero intervenuti loro rompendolo (parole confermate anche dal sindaco Della Godenza, ndr). In realtà ci si era già detti disponibili a fare quanto richiesto».

Il maltempo è però arrivato prima: «Quando il giorno di Natale è arrivato il tecnico con la ruspa e l’ordine della Prefettura di intervenire per allagare i nostri terreni, la situazione del Senio era ben lontana dal limite dell’argine, infatti le casse di espansione a monte non erano ancora state toccate dall’acqua. In accordo si è quindi proceduto a fare comunque un varco di circa mezzo metro, ma l’acqua non è affatto entrata e quindi non è stato quell’intervento a salvare alcuna situazione, semplicemente è andata così». Vero è che per molte famiglie delle campagne di Castel Bolognese la paura è stata tanta anche questa volta.

Bassa Lughese

Un Natale di apprensione anche per i cittadini di Cotignola e Lugo, Fusignano e Alfonsine attraversati e intimoriti dalla piena. Ma è a Cotignola che le acque hanno davvero sfiorato le sommità degli argini, almeno a impatto visivo. Già, perché in realtà il livello non è mai arrivato a quello del settembre scorso o del maggio di due anni fa. Fortunatamente una quarantina di centimetri ha sempre separato l’acqua da quella sottile linea in cui la fine dell’argine rappresentava l’inizio della devastazione. Già, perché l’incubo era già nella testa di tutti. Ore di apprensione, dal primo pomeriggio fino a poco dopo mezzanotte, quando il livello del Senio si è abbassato di 1 centimetro. Dunque già ieri, a Santo Stefano, patrono della città. Tuttavia, chi l’abbia veramente salvata dalla ennesima alluvione nessuno lo potrà mai dire: sicuramente il cessare delle piogge a monte, un po’ di sfoltimento della vegetazione, per alcuni ancora troppo blando, qualche rinforzo degli argini e un sistema complessivo che sembra aver retto. Un Natale con meno sorrisi, in cui i colori delle luminarie dell’adiacente piazza sono stati surclassati da quelli delle allerte, gialla, arancione e infine rossa. Solo qui quasi tremila i residenti a meno di 300 metri dalla rotta arginale e settecento quelli entro 1 km. L’ordine di evacuare o salire ai piani alti è arrivato fulmineo, telefonicamente o casa per casa, rispettato da molti, praticamente tutti: una sessantina quelli che hanno trovato riparo all’Hub di Lugo, nel quale altre cento persone sono arrivate dai territori limitrofi, e Bagnacavallo, mentre molti di più hanno optato per la casa di amici e parenti lontano da quegli argini, magari godendosi il tradizionale pranzo per allentare un po’ la tensione.

Sindaci privati del sonno, come del resto tanti loro concittadini, attaccati ai monitor in cerca di numeri al ribasso per scongiurare uno scenario tremendo. Imponente è stata anche la fila di autoveicoli parcheggiati nei punti più alti, quelli non allagabili, in primis la carreggiata del ponte autostradale. Una precauzione che, come da prassi, ha interessato anche tutto il territorio di Lugo a rischio alluvione. «È stato un fenomeno inedito per il mese di dicembre - dichiara la sindaca di Lugo e presidente dell’Unione, Elena Zannoni -. Dal punto di vista della gestione dell’emergenza è andato tutto bene e dobbiamo ringraziare le persone che hanno lavorato in questi giorni, dalla Protezione civile ai dipendenti comunali. Gli argini hanno tenuto e quindi credo che anche dal punto di vista manutentivo non ci possa lamentare: bisogna andare avanti con i lavori sui fiumi, soprattutto a monte, perché abbiamo bisogno di scaricare acqua prima che arrivi sul nostro territorio. Questa volta siamo arrivati al limite -sottolinea - ma abbiamo bisogno di spazio, una situazione che va gestita il più in fretta possibile e ovviamente ne parleremo con la Regione».

Ora la conta dei danni, quelli che le città fortunatamente non hanno avuto. «Per avere una fotografia degli argini dobbiamo aspettare un ulteriore abbassamento delle piene, almeno sotto soglia 1 - precisa la prima cittadina - adesso c’è ancora troppa acqua per un’analisi dettagliata e monitorare eventuale cedimenti o stress».

La Regione

Senio, come Santerno e Lamone ieri erano già scesi al di sotto della soglia rossa, anche le 209 persone accolte nei punti predisposti dalla Protezione civile dopo le evacuazioni ordinate dai sindaci, erano già rientrate nelle loro case. «Capiamo la rabbia di chi ha vissuto un disagio così forte in giornate che dovrebbero essere dedicate alla serenità, ma colonne d’acqua dai 10 ai 15 metri, anche laddove completamente contenute entro gli argini non possono essere mai sottovalutate - ha detto ieri il presidente Michele de Pascale -. La circolazione atmosferica che ha interessato la regione è risultata simile a quella del 2023, con piogge estremamente abbondanti e insistenti, in particolare sui bacini romagnoli. Ma a differenza di allora, questa volta il sistema ha tenuto, non si sono registrate tracimazioni né rotture arginali; un segnale importante, frutto anche degli interventi realizzati e sintomo dell’urgenza di realizzarne moltissimi altri. Permane una condizione di vigilanza rafforzata, i livelli restano elevati e gli argini sono sottoposti a forte stress dopo diverse ore di piena».

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