Goletta Verde: «In Emilia-Romagna il 62% dell’energia consumata proviene dal gas fossile»

Ravenna
  • 28 giugno 2025

RAVENNA. «In Emilia-Romagna sono ancora troppi i progetti legati alla produzione di energia da fonti fossili, è necessario un cambio di rotta. Bisogna investire in infrastrutture per l’energia rinnovabile, e lasciarsi alle spalle la dipendenza dalle fonti fossili. Solo in questo modo si riuscirà a centrare gli obiettivi al 2030». È questo l’appello che Goletta Verde di Legambiente lancia oggi dall’Emilia Romagna nel suo primo giorno di tappa a Ravenna. E lo fa mettendo al centro il tema della transizione energetica con numeri e dati su fossili e rinnovabili, ma anche sui ritardi dell’Emilia-Romagna in fatto di obiettivi 2030.

«Il settore energetico fossile dell’Emilia-Romagna», si legge in una nota diffusa oggi da Goletta Verde, «contribuisce ogni anno all’immissione in atmosfera di 6,99 milioni di tonnellate di CO₂ - 6,71 milioni prodotte dal gas fossile - pari al 10% delle emissioni nazionali dello stesso settore. Un territorio che per altro è anche indietro rispetto all’obiettivo 2030 fissato dal decreto aree idonee, pari a 6.330 MW di nuova potenza installata di fonti pulite. Considerando le installazioni realizzate dal 2021 a maggio 2025, l’Emilia-Romagna ha realizzato 1.620 MW, pari al 25,6% dell’obiettivo finale. Nonostante la Regione sia tra quelle che mostrano un andamento superiore rispetto agli obiettivi intermedi fissati dal Decreto Aree Idonee, con un surplus a maggio pari a 97 MW di potenza, tenendo conto del ritmo mantenuto dal 2021 a maggio scorso, raggiungerebbe però il proprio obiettivo al 2030 con ben 8,5 anni di ritardo. Un ritardo che potrebbe essere colmato, ad esempio, accelerando la realizzazione dei due parchi eolici a mare. L’Hub Energetico Agnes Romagna 1 e 2 e Rimini hanno ricevuto la Valutazione di Impatto Ambientale positiva, con prescrizioni o raccomandazioni, e potrebbero in poco tempo aumentare la capacità rinnovabile della Regione di ben 930 MW. Non va inoltre dimenticato che le fonti rinnovabili giocano un ruolo importante nel panorama regionale, a partire dal solare fotovoltaico che grazie ad una potenza pari a 3.029,7 MW è in grado di produrre 2.964,24 GWh/a di energia elettrica pari all’11,2% dei consumi. Seguita dall’idroelettrico con 823,47 GWh/a e dall’eolico con 94,15 GWh/a. Un ruolo però che deve continuare a crescere».

«Una situazione che è destinata a peggiorare se consideriamo le infrastrutture energetiche già in uso e quelle che si potrebbero aggiungere in futuro oltre alle azioni di repowering e revamping – dichiara Davide Ferraresi, Presidente Legambiente Emilia-Romagna -. L’entrata in funzione del rigassificatore di Ravenna, in grado di trattare 5 miliardi di metri cubi di gas fossile, si accompagnerà al deposito con capacità di stoccaggio da 170mila metri cubi di gas e alla nuova unità di vaporizzazione del GNL in grado di stoccare almeno 20mila metri cubi di gas. Sono ancora in valutazione al MASE: il repowering della centrale termoelettrica di Quirino che rischia di passare dagli attuali 132 MW a 850; le modifiche della centrale termoelettrica Edoardo Amaldi soggetta a revamping passando da 1.524 MW a 2.394; il revamping della centrale di Piacenza che potrebbe passare da 841 MW elettrici a 922 e da 1.536 MW termici a 1.655. A queste si potrebbero aggiungere due nuove centrali a cogenerazione a Ravenna e Gonzalo degli Ippoliti rispettivamente da 31,5 e 20,8 MW, la realizzazione della Piattaforma a mare Teodorico, la concessione di coltivazione su terra ferma S. Alberto, lo sviluppo della concessione di coltivazione Valle del Mezzano e il progetto di messa in produzione del pozzo a gas naturale Podere Maiar 1dir nell’ambito della concessione di coltivazione Selva Malvezzi. E non dimentichiamo l’arrivo della dorsale Adriatica di Snam. Tutte infrastrutture energetiche che rischiano di far perdere tempo alla Regione e di non far centrare gli obiettivi di decarbonizzazione. Di fronte al proliferare di questi progetti, risulta fondamentale dare un sostegno reale ai progetti per nuovi impianti a fonti rinnovabili di cui abbiamo parlato questa mattina a Ravenna - aggiunge. Due sono i piani d’azione sui quali a nostro avviso la Regione Emilia-Romagna deve muoversi appena possibile: una revisione della legge regionale per le aree idonee, garantendo la fattibilità di un numero sufficiente di impianti, di grandi e piccole dimensioni, per raggiungere gli obiettivi nazionali previsti per il 2030 e la definizione di un nuovo Piano Energetico Regionale che fissi per il 2035 il raggiungimento dell’obiettivo di copertura del 100% dei consumi energetici regionali con energia rinnovabile».”

Temi che Goletta verde ha affrontato questa mattina nel convegno “Scenari e strumenti per la transizione energetica, e che ha visto intervenire Guglielmo Maurizio, Presidente Ravenna Yacht Club, Elisa Turiani, portavoce Goletta Verde, Davide Ferraresi, Presidente Legambiente Emilia-Romagna, Vittorio Marletto, Energia per l’Italia, Andrea Tilche, Energia per l’Italia, Alberto Bernabini, AGNES, Enrico Piraccini, Responsabile Innovazione e Scounting - BU Energie Rinnovabili, Gruppo HERA, Enrico De Sanso, referente per soci e territori cooperativa ènostra, Antonio Lazzari, Presidente CERS Ravenna APS e Vincenzo Colla, Vicepresidente Regione Emilia-Romagna con delega a Sviluppo economico e greeneconomy, Energia.

«Secondo gli ultimi dati disponibili da Terna», spiega Goletta Verde, «al 2023 l’Emilia-Romagna consuma 26.346,72 GWh anno di energia elettrica, pari al 9,3% dei consumi complessivi italiani. Parlando di produzione energetica l’Emilia-Romagna è una regione a forte trazione fossile. Grazie ai 10.485,96 MW di capacità installata nella Regione vengono prodotti 23.303,37 GWh anno di energia elettrica, si cui, però, 19.436 GWh/a con il termoelettrico tradizionale, che rappresenta la maggiore potenza installata con 6.7060,96 MW. Il ruolo principale è proprio quello svolto dal gas fossile con 16.472,05 GWh/a di produzione energetica, pari al 62,5% dei consumi complessivi regionali. Le estrazioni di gas in Emilia-Romagna sono state, nel 2024, pari a 117,3 milioni di standard metri cubi (SMC) a terra e di 516,1 milioni di SMC dai fondali marini ricadenti di fronte la costa romagnola. In totale il gas estratto ha contribuito al 22% del totale di gas estratto a livello nazionale (pari a 2,88 miliardi di SMC) ma solo all’1% dei consumi nazionali di gas nello stesso anno (pari a circa 61,7 miliardi di SMC)».

«In questa tappa con Goletta Verde – dichiara Elisa Turiani, portavoce di Goletta Verde - sottolineiamo l’importanza di una transizione energetica che abbia al centro le rinnovabili, a partire dalle tante regioni che affacciano sul mar Adriatico. All’Emilia-Romagna, che detiene il primato regionale per numero di istanze in fase di autorizzazione relative ad attività estrattive e infrastrutture fossili: sono ben 33, chiediamo un cambio di rotta, puntando sempre più sulle fonti rinnovabili che rappresentano il presente ed il futuro energetico del nostro Paese».

Goletta Verde è la storica campagna estiva di Legambiente che dal 23 giugno al 9 agosto viaggerà lungo le coste della Penisola percorrendo il periplo dell’Italia per monitorare lo stato di salute del mare e delle coste. I temi portanti di questa 39° edizione sono la depurazione delle acque, l’energia rinnovabile la lotta alla crisi climatica e la salvaguardia della biodiversità.

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