"Fiumi sempre meno monitorati in Romagna": l'analisi dell'Ordine degli Architetti VIDEO

Ravenna

Consumo di suolo e mutamento climatico sono i temi al centro delle riflessioni proposte dall’Ordine degli Architetti a dieci giorni di distanza dall’alluvione che ha colpito la Romagna. Il ragionamento dei professionisti parte da un dato appurato, quello che vede «la provincia di Ravenna bandiera nera per il consumo di suolo»: sulla base di tale presupposto «non bastano – sostiene l’Ordine – le vasche di laminazione per sopperire alla poca permeabilità. E nemmeno le paratie, che ultimamente vengono richieste nelle città a rischio di tenuta fognaria, possono affrontare tali allagamenti».
La prima necessità cui richiamano gli architetti, quindi, riguarda i controlli idrogeologici sulle zone umide, che devono essere «costanti, anche perché la subsidenza non è mai fermata». E infatti, rileva l’Ordine, «gli argini dei fiumi, sempre meno monitorati, devono essere ripuliti e manutenuti con continuità, e le tane devono essere controllate».
Altri punti ritenuti fondamentali su cui viene posto l’accento sono «i tombamenti, il cattivo uso delle aree di golena, la speculazione che ha edificato troppo in prossimità delle aree di vincolo dell’argine»: tutte questioni, proseguono gli architetti, «che oggi il nuovo Pug prende in considerazione identificando aree alluvionabili o casse di colmata in caso di piena dei fiumi, punti in cui si possono rompere strategicamente gli argini per non rischiare che l’acqua arrivi nei centri abitati».
Azioni ancora più essenziali oggi che ci si misura concretamente con il mutamento climatico in atto: «Dobbiamo aprirci ad una consapevolezza, responsabilità e atteggiamento culturale che devono portarci tutti ad agire più virtuosamente – conclude l’ordine –. Professionisti e cittadini, assieme alla Pubblica amministrazione, devono tornare a sensibilizzarsi e a collaborare su tutti i temi dell’ambiente e del territorio». (Video tratto da "Sei di Conselice se" sulla rottura del Sillaro a Conselice)

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