Femminicidi in Romagna, la mamma di Elisa Bravi: «Per mia figlia giustizia è stata fatta, ma nessuno me la riporterà più»

«Sembra sempre la stessa storia, appena ho saputo che quella ragazza, Giulia, era sparita ho immaginato cosa potesse essere successo e purtroppo dopo alcuni giorni è arrivata la conferma. C’è tanto dolore». Queste poche parole descrivono lo stato d’animo di Antonella, madre di Elisa Bravi. Sua figlia nel 2019 è rimasta vittima di un femminicidio ad opera del marito. Sono passati quasi quattro anni da quella tragica notte, tra il 18 e il 19 dicembre, a Glorie di Bagnacavallo. Il killer di Elisa è stato condannato all’ergastolo. Antonella, insieme a suo marito, sta crescendo con grande forza e coraggio due ragazze rimaste orfane della loro madre: «Martedì scorso, mia nipote più grande è tornata a casa da scuola raccontando del minuto di silenzio che si è tenuto in aula - dice Antonella -. È stata molto colpita dall’iniziativa. Di fronte a queste tragedie per noi è sempre tornare indietro nel tempo e rivivere una situazione dolorosa. Gli autori dei femminicidi sono spinti sempre dalle stesse motivazioni: quando si rendono conto che non hanno più il dominio perdono la testa. Scatta qualcosa in loro che fino a quel momento probabilmente hanno mantenuto represso. Mi chiedo come si possa dire di amare e compiere simili gesti. Questo non è amore. Amore significa condividere e costruire qualcosa insieme, invece ci sono uomini che distruggono. Mia figlia stava vivendo un momento positivo sul lavoro, ma suo marito arrivava a chiamarla 40 volte al giorno. Aveva bisogno di controllarla. Alla base di tutto questo credo che ci sia una profonda insicurezza. Quando ripenso a come se ne è andata mia figlia, almeno mi dico che giustizia è stata fatta. Nessuno, però, ce la porterà indietro».
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