Hanno patteggiato rispettivamente un anno e otto mesi e due anni (con pena sospesa) i due imputati accusati di omicidio colposo per l’infortunio sul lavoro che il 28 aprile del 2023 costò la vita a Luca Ferretti, 48enne di Riolo Terme morto schiacciato da un mini-escavatore mentre lavorava in nero. Si tratta del 62enne titolare della ditta di noleggio di macchinari e attrezzature agricole ed edili per cui la vittima stava operando pur senza contratto regolare, e del 58enne responsabile dell’azienda edile che aveva noleggiato il mini-escavatore, il mezzo cioè che ribaltandosi schiacciò l’operaio.
Il patteggiamento è stato formalizzato ieri in tribunale a Ravenna al termine dell’udienza preliminare davanti al giudice Janos Barlotti, così come concordato tra il sostituto procuratore Stefano Stargiotti e i difensori dei due imputati, assistiti dagli avvocati Lorenzo Valgimigli (per il datore di lavoro) e i legali Fabrizio Capucci e Enrico Vincenzi (per il legale rappresentante della società noleggiante).
Secondo la ricostruzione del Commissariato di Faenza e della Medicina del lavoro, il 48enne lavorava senza regolare contratto, pur avendo partita iva. Quel pomeriggio salì a bordo del macchinario per scaricarlo dall’autocarro utilizzato per la riconsegna al termine del noleggio, all’interno del cortile della ditta situata a Ponte del Castello, in via Emilia Ponente. Il doppio ponticello formato da rampe in metallo utilizzato per lo scarico, cedette provocando il ribaltamento del mini-escavatore. Ferretti tentò di uscire dalla cabina buttandosi a terra, per finire tuttavia schiacciato. Fatale il trauma cranico riportato. Dalle successive indagini, emerse che il mezzo era stato appena restituito, trasportato su un autocarro messo a disposizione dal cliente dell’azienda noleggiatrice. Un mezzo risultato non idoneo per supportare quel carico, tant’è che a sua volta si spaccò. Concluse le indagini, al noleggiatore è stato contestato il fatto che l’operaio non avesse un’idonea formazione, oltre alla mancanza del documento relativo la valutazione dei rischi sul luogo di lavoro. Per il responsabile dell’impresa di costruzioni, invece, l’accusa riguardava proprio l’autocarro fornito per la riconsegna. I familiari della vittima - la moglie, le sorelle e le due figlie - assistiti dagli avvocati Luca De Tollis e Elena Fenati, potranno ora chiedere un risarcimento in sede civile. fed.s.