Faenza, il gufo reale è ormai di casa nella Vena del Gesso

Ravenna
  • 04 luglio 2025

Dopo un’assenza durata sette anni - dal 2015 al 2022 - il gufo reale è tornato a nidificare nella Vena del Gesso. L’insediamento - che pare stabile - è stato confermato dall’esito positivo delle ultime nidificazioni. Il primo involo di un giovane esemplare è stato registrato nel 2023, mentre nel 2024 sono nati altri due pulli ed è comparso un nuovo maschio in un sito differente.

‹‹Si tratta di segnali - fa sapere l’Ente Parchi - che fanno ben sperare per il futuro della specie nell’area››.

Il ritorno di questo grande rapace notturno è stato accolto con entusiasmo nel panorama naturalistico. La sua presenza nella zona era già stata documentata in passato: nel 1938 da Zangheri e nel 1986 da Foschi. La sua scomparsa per un periodo così prolungato aveva suscitato preoccupazioni - ora smentite - sullo stato dell’habitat locale.

La Vena del Gesso sembra offrire nuovamente un ambiente idoneo al gufo reale, il più grande rapace notturno europeo, che può raggiungere una lunghezza di 73 cm e un’apertura alare di quasi 190 cm. La specie, sedentaria in ampie aree dell’Eurasia, è diffusa in Italia in modo più consistente lungo l’arco alpino - dove si osserva una ripresa della popolazione - e in modo più frammentato lungo l’Appennino fino alla Calabria.

La nidificazione nella Vena del Gesso contribuisce al mantenimento della popolazione sull’Appennino ravennate, da cui la specie era scomparsa.

Il gufo reale predilige ambienti rupestri - pareti rocciose, dirupi, cave o calanchi - tutti elementi ben presenti nella Vena del Gesso. La riproduzione ha inizio in inverno, quando i richiami vocali del maschio diventano più intensi per attrarre la femmina, con la quale improvvisa particolari duetti sonori prima dell’accoppiamento.

Le uova vengono deposte tra febbraio e marzo, raramente ad aprile. I pulcini, noti per la loro insistenza vocale nella richiesta di cibo, lasciano il nido dopo circa un mese, ma impiegano 50-60 giorni per acquisire la capacità di volo.

Le osservazioni sono frutto del lavoro della Società Sterna di Forlì, specializzata in analisi ecologiche e ambientali. Gli ornitologi Mattia Bacci e Carlo Maria Giorgi hanno redatto la relazione per l’Ente Parco, includendo approfondimenti sulla specie.

‹‹In passato il gufo reale era spesso vittima di bracconaggio - spiegano - mentre oggi le principali minacce sono rappresentate dalle linee elettriche non protette (un maschio è stato rinvenuto morto per elettrocuzione nel 2024) e dall’uso di rodenticidi che causano l’intossicazione degli esemplari che si cibano di prede contaminate››.

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