Faenza e il mondo della musica in lutto per la morte di Oriano Savelli. «Suonava guardando Sanremo»

Ravenna

Lutto nel panorama musicale faentino: all’età di 65 anni è deceduto ieri mattina all’alba Oriano Savelli, figura arcinota di batterista che ha militato in diversi gruppi. Lo ha stroncato una malattia di quelle che, purtroppo, difficilmente lasciano scampo. Fin da ragazzino «si appassionò alla musica proprio guardando Sanremo» afferma l’amico Gabriele Andrini, anima del Pavone d’Oro. E per i casi della sorte ha lasciato la vita terrena proprio durante il Festival della Canzone Italiana in corso. «Eravamo piccolini, vicini di casa – continua Andrini – e con il suo gemello Roberto, con Raffaele e Andrea suonavano quello che guardavamo a Sanremo: i pezzi dei Delirium e delle Orme». Negli anni ’70 anche Oriano, detto “Ori”, fu tra quei ragazzi al capezzale di Don Italo e padre Albino Varotti, il prete rock e il frate francescano luminare della musica classica, artefici di avere creato quel movimento musicale faentino mai più interrotto, e di avere appassionato tanti giovani divenuti poi musicisti affermati. Fece parte inizialmente del complesso (perché allora le band si chiamavano così) degli “Eucalyptus”, prima di approdare ad altre formazioni sempre alla batteria e alle percussioni. «Siamo sempre stati vicini e uniti nella nostra passione – aggiunge l’amico –: durante la malattia ci diceva che la sua cura era la musica e noi gli abbiamo dedicato dei concertini nei giorni prima della chemioterapia». Lascia due figli, 5 batterie, 17 biciclette e un numero imprecisato di djembe. I funerali si svolgeranno lunedì 12 febbraio 2024 alle 9.45 nella chiesa di san Marco.

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