Faenza, bocconi killer nel parco per cani. “Così ho visto morire la mia Numa”

Ravenna
  • 29 agosto 2025

FAENZA - «Martedì Numa stava benissimo, mercoledì mattina è morta da un momento all’altro sotto i miei occhi: pensavo fosse la reazione ad una terapia che stava seguendo, ma il veterinario ha detto che si tratta di un avvelenamento da lumachicida o topicida»: l’artista Monica Zani stenta a credere che il suo cane di 5 anni sia stato ucciso dalla cattiveria di qualcuno. Ma a quanto pare, almeno stando al parere del veterinario imolese cui ha chiesto di eseguire un’autopsia, non ci sarebbero dubbi: Numa ha ingerito un boccone avvelenato. Ieri mattina Zani ha sporto denuncia contro ignoti alla polizia locale dell’Unione della Romagna faentina e l’area di sgambamento all’interno del parco Tassinari - dove un dog sitter portava quotidianamente a spasso il suo e altri cani - è stata chiusa.

Un cartello recita: «Attenzione bocconi avvelenati. E’ stato sparso lumachicida», in calce la data del 27 agosto. Tra mercoledì e ieri l’amministrazione comunale ha fatto eseguire più sopralluoghi nell’area incriminata ma, secondo quanto riferisce l’assessore a Aree verdi e Diritti degli animali, Massimo Bosi, «non sono state trovate tracce che dimostrino la presenza di veleno nella zona». Verranno comunque disposte ulteriori verifiche nell’area, che al momento resta interdetta «in via precauzionale». «La denuncia è stata fatta - prosegue l’assessore - e quindi attiveremo tutte le procedure per capire cosa sia successo, ascoltando anche altri proprietari di cani. Le indagini della polizia locale sono in corso».

Ma i casi di avvelenamento, secondo quanto riferito dal Comune, sarebbero già due: nel pomeriggio di ieri, infatti, «è stata segnalata una seconda situazione simile, con una diagnosi di emorragia interna - sottolinea Palazzo Manfredi in una nota - sempre dopo che l’animale era stato portato nella stessa area». Chi frequenta il Tassinari con i propri amici a quattro zampe da tempo si deve scontrare con atteggiamenti di vera e propria ostilità nei confronti degli animali. Anche Monica Zani lo sa bene: «Una donna che risiede nelle vicinanze del parco - racconta - ha più volte minacciato i padroni che portavano i cani nell’area di sgambamento. Alcune volte ha addirittura sparato dei petardi per spaventarli, o ha messo della colla sulle panchine». Zani non punta il dito contro nessuno, ma si augura che «quanto capitato a me non si verifichi mai più» e spera, con la sua denuncia, di alzare il livello di attenzione sul fenomeno dell’uccisione di cani per mezzo dei famigerati bocconi killer. Da Palazzo Manfredi intanto si invita la cittadinanza a «segnalare immediatamente comportamenti sospetti o il ritrovamento di materiali anomali».

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