Faenza, Aipo denuncia: tane di roditori di 4 metri sugli argini di Lamone e Senio

Ravenna

FAENZA. Nutrie e istrici, e fossori e ungulati in genere, finiscono sul banco degli imputati per gli allagamenti nel ravennate degli ultimi giorni dovuti alle rotte degli argini.
Argini che, come confermato dai tecnici specializzati di Aipo, l'Agenzia interregionale per il fiume Po, sono indeboliti da tane e cunicoli scavati dagli animali.
Il primo bilancio dell'accurato monitoraggio di Lamone e Senio in provincia di Ravenna testimonia infatti la presenza di "numerosissime tane profonde caratterizzate da molteplici diramazioni e con gallerie che superano anche i tre, quattro metri di lunghezza nella loro articolazione morfologica sotterranea". Un primo sopralluogo, precisa Aipo, è stato effettuato a Bagnacavallo sulle sponde del Senio e subito dopo in località Boncellino e San Romualdo per ciò che riguarda il Lamone. E sono partiti anche i primi "rilevanti" interventi di sfalcio e chiusura delle tane per oltre 20 chilometri del Lamone, e di sistemazione delle rotte arginali e chiusura delle tane sul Senio. Senza ulteriori violente precipitazioni nella zona, i lavori potranno concludersi in sette-dieci giorni ma già da oggi si aumenta "in modo significativo" la sicurezza.

Durante il monitoraggio, spiegano direttore e dirigente di Aipo Gianluca Zanichelli e Massimo Valente, è stato rintracciato "un abbondante numero di tane profonde che hanno senza dubbio incrementato i livelli di fragilità delle strutture arginali", tane e gallerie realizzate da animali fossori, oltre che la presenza diffusa di ungulati. Sarebbe "proficuo", aggiungono, "poter realizzare la nascita di una collaborazione bilaterale in caso di piene non concomitanti dei due reticoli di rispettiva competenza fiume Po e affluenti regionali".

#getAltImage_v1($tempImage)

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui