Esposto sul pino tagliato a Ravenna. Schiano: «Era a rischio»

Ravenna
  • 21 giugno 2025

Tre lecci di 10 anni. Sono stati piantati ieri in via Maggiore. Uno in sostituzione del pino abbattuto mercoledì, i restanti due per rimpiazzare altrettanti lecci che, messi a dimora un anno fa, hanno avuto vita breve.

Un primo passo, quello seguito di persona ieri mattina dal neo assessore al verde pubblico e alla riforestazione Giancarlo Schiano, che però non placa le polemiche. Propri ieri il gruppo di cittadini contrari all’abbattimento degli alberi storici lungo la via cittadina, legati con un filo diretto alla lotta per salvare i pini minacciati dal taglio previsto per realizzare il parco marittimo a Lido di Savio, hanno presentato un esposto alla Procura, nel quale sollevano la questione autorizzazioni. Le operazioni ormai già concluse - accusano - non erano state preventivamente autorizzate da una specifica ordinanza. Per questo hanno deciso di chiedere un accesso agli atti per chiarire meglio la questione.

I vecchi pini abbattuti, replica l’assessore Schiano, erano «classificati a rischio. Abbiamo agito per la sicurezza di tutte e tutti, ma senza rinunciare alla bellezza, alla vivibilità e al verde in città perché, ci tengo a ripeterlo, non lasceremo alcuno spazio vuoto dove prima c’era un albero».

Parlano invece di «lotta serrata contro il pino domestico» i membri del gruppo contrario agli abbattimenti. E accusano l’Amministrazione di scarsa trasparenza. A partire dallo «scambio delle ordinanze ... scoperto in extremis da un’attivista» che a Lido di Savio rischiava di autorizzare in sordina il taglio di 10 alberi anziché due lungo viale Romagna. Quanto a via Maggiore lamentano l’assenza di «un’ordinanza esposta, cartello o quant’altro», che anticipasse l’avvio dell’abbattimento «come invece previsto dal Codice della Strada, e senza preavviso obbligatorio di 48 ore». I lavori di taglio, invece, sarebbero avvenuti «tra le auto parcheggiate e tra i pedoni», con «scalette appoggiate all’arrembaggio sui fusti dei pini».

Critiche anche sul periodo scelto, che stando al «Regolamento comunale del Verde vieta per nidificazione» il taglio degli alberi. Inadeguati infine i Lecci, concludono citando il parere idi Gian Pietro Cantiani, esperto di alberature storiche, che «aveva avvertito sull’inadeguatezza della sostituzione».

Ecco allora che si apre un nuovo fronte di battaglia: oltre all’esposto sottoscritto anche da Italia Nostra, i cittadini hanno affidato al consigliere Alvaro Ancisi la richiesta di accesso agli atti, per fare luce sull’accaduto.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui