Delocalizzazioni post alluvioni in Romagna, l’ordinanza c’è anche per gli allagamenti del 2024. Rilancio degli aeroporti di Rimini e Forlì, via le tasse aeroportuali

«Quando ho saputo del carico d’armi per Israele transitato dal porto di Ravenna mi sono vergognato, come cittadino italiano ed europeo». Non usa mezzi termini Michele de Pascale quando parla della situazione di Gaza alla Festa dell’Unità. «Quando ho interrotto i rapporti della Regione con Israele, pensavo che fosse una scelta che sarebbe stata criticata perché troppo moderata». De Pascale è intervenuto alla Festa dell’Unità di Ravenna, intervistato dal direttore del Corriere Romagna Gianluca Rossi e dal vicedirettore del Resto del Carlino Valerio Baroncini. Il presidente della Regione ne approfitta per annunciare due provvedimenti importanti per il territorio: l’arrivo dell’ordinanza per le delocalizzazioni per le zone alluvionate, che attende solo l’ok della Corte dei Conti, e il taglio delle tasse aeroportuali sugli scali che non raggiungono il milione di passeggeri e che interesserà quindi anche Rimini e Forlì.
Alluvione
Il tema dell’alluvione è naturalmente molto presente nelle parole e nei pensieri di De Pascale, che nel 2023 ha vissuto da presidente della Provincia di Ravenna la tragedia che ha colpito il territorio. «Ogni giorno di ritardi dei lavori lo considero un fallimento personale. E non sono soddisfatto del ritmo attuale». L’annuncio, quindi: il maxi cantiere sul Lamone nella zona tra Bagnacavallo, Russi e Ravenna, una delle più delicate, partirà la prossima settimana. E nell’arco di un paio di settimane il governatore conta di poter illustrare l’ordinanza sulle delocalizzazioni: «Siamo riusciti a farvi rientrare anche chi è stato alluvionato nel 2024, non solo nel 2023. Questo è stato un grande risultato anche se per ottenerlo ci sono voluti mesi e me ne scuso: l’alluvione dello scorso anno è stata a settembre, fino a luglio le persone danneggiate non sapevano se sarebbero state comprese nell’ordinanza. Almeno ce l’abbiamo fatta». Ora che c’è una copertura, però, il consiglio di De Pascale è quello di valutare bene il da farsi: «Per zone come quella più colpita a Traversara io ci penserei bene prima di rifiutare la delocalizzazione e il contributo per comprare casa da un’altra parte. E lo dico ben sapendo quanto si può essere affezionati alla propria abitazione, io che non l’ho mai cambiata». Gli eventi alluvionali ripetuti, però, suggeriscono cautela e per questo il presidente si spinge a dare questo suggerimento ai cittadini.
Turismo e crisi
Sul fronte economico tiene banco la crisi del turismo: «Io sono convinto che i numeri di fine estate saranno meno tragici del previsto, ma dobbiamo investire di più sui mercati esteri». Per farlo serve anche un potenziamento degli aeroporti: «Bologna è congestionato – riassume De Pascale –, Rimini è in forte crescita. Forlì e Parma sono in oggettiva difficoltà. Posso anticipare che, come hanno fatto altre regioni, anche noi ora elimineremo le tasse aeroportuali sugli scali sotto il milione di passeggeri». Pare invece archiviato, almeno per ora, il discorso sullo “spring break”, ovvero la proposta di interrompere le lezioni scolastiche a primavera per allungare la scuola a giugno: «Quando quest’idea è stata formulata, chi ne discuteva voleva sempre spostarlo. C’è chi ha detto di metterlo a febbraio... Il tema vero però è quello di aiutare le famiglie il cui calendario scolastico è inadeguato per le esigenze lavorative di oggi. Al di là della pausa primaverile e dell’allungamento del calendario scolastico, intanto ci proviamo con un bando sperimentale per sostenere le scuole che vogliano tenere aperto e fare attività pomeridiana».
Sanità e tagli
Sul fronte della sanità restano le difficoltà finanziarie: «Non c’è un buco nella sanità regionale. Ma far quadrare i conti di un settore che vale l’80% del bilancio regionale è un lavoro mica da poco. Specie se i rifinanziamenti rivendicati dal governo in realtà non coprono nemmeno l’aumento dei costi dell’inflazione. In sostanza ogni anno ci troviamo con 200 milioni in meno. Sarebbe disonesto dire che nella decadenza della sanità italiana, su cui da 15 anni ci sono tagli, le responsabilità sono tutte di Giorgia Meloni, anche il centrosinistra non è esente da critiche. Però credo che il governo almeno l’aumento inflattivo dovrebbe coprirlo».
In ogni caso «l’Emilia-Romagna, insieme al Veneto e alla Lombardia, oggi regge il sistema sanitario italiano. Le cose devono cambiare, altrimenti rischiamo di essere la generazione che ha fatto tornare il diritto alle cure un privilegio per pochi».