Delitto Ilenia. il ritratto dell'uomo accusato di essere il killer

Ravenna

«Un picchiatore su commissione», noto alle forze di polizia e «accreditato nell’ambiente malavitoso come soggetto disponibile a partecipare a spedizioni punitive, in spregio a qualunque rischio, con la capacità di porre in essere qualsiasi condotta violenta per conseguire un compenso». Ecco l’identikit di Pierluigi Barbieri messa nero su bianco nell’ordinanza che ha fatto scattare l’arresto. Sarebbe lui l’ “armadio di persona”, alto 1,89 e piazzato, descritto dalla testimone oculare e inquadrato dalla telecamere vicino a via Corbara. Nato a Cervia 53 anni fa, ma residente a Bagno, un paesino del Reggiano tra la via Emilia e il suo personale “West”, fatto di moto, lavori saltuari e non meglio precisati. Che facesse davvero nella vita lo hanno capito in pochi, ma nell’ambiente della mala locale (e non solo) era conosciuto come lo “zingaro”. Quelli che a Reggio lo frequentavano lo definiscono come una persona solitaria e dall’infanzia difficile. Sempre chiuso nel suo garage a curare in maniera quasi maniacale la sua moto. Pochi mesi fa aveva perso anche Rey il suo cane, un molosso, simile a quello di Nanni. Con i vicini parlava poco e in passato a Bagno si ricordavano solo un po’ di tensione per una lite legata a un parcheggio sotto casa. In via Schiapparelli dove abita con la compagna straniera e il figlio di lei ieri mattina si sono svegliati tutti molto presto. Sirene e lampeggianti accesi prima di bussare alla porta dello “zingaro”.

Parole sconnesse

Lui è sembrato più confuso che sorpreso. Ha letto i fogli e poi ha detto solo “a volte faccio cose che non mi ricordo nemmeno di aver fatto”. Poche parole, ma sconnesse. Poi gli uomini della polizia lo hanno portato in carcere. Poco dopo la Scientifica ha caricato anche la Yaris che ha in uso. Nei prossimi giorni sarà presumibilmente passata al setaccio cercando frammenti di un dna che potrebbe chiudere il caso. Intanto lo “zingaro” resta in silenzio in attesa del primo appuntamento con il giudice per l’interrogatorio di garanzia.

Il pestaggio a Predappio

Non è la prima volta che varca la soglia del carcere. Anzi, era uscito lo scorso 10 agosto per un’altra vicenda avvenuta a Predappio. In quel caso era stato arrestato dai carabinieri dopo una “visita” a domicilio a casa di un disabile 52enne disabile. L’uomo, all’ultimo minuto, si era sfilato da un piano per un furto di materiale ferroso. Gli altri del gruppo (accompagnati da un avvocato ravennate) erano andati a casa sua per farsi “rimborsare” 500 euro. Avevano sfondato la porta e lo avevano picchiato con un manganello spezzandogli le dita. Bottino 280 euro, il resto lo aveva prelevato sotto minaccia in banca. Per questa vicenda in aprile Barbieri era stato arrestato e in abbreviato era stato condannato a 5 anni e 4 mesi in primo grado il 20 gennaio, appena 2 settimane prima del delitto. Una condanna non definitiva per lo “zingaro” che per questo era ancora a piede libero. E ancora in cerca di lavoro.

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