Coronavirus Ravenna, i primi vaccinati: "momento storico" - VIDEO

Ravenna

Si chiama Giovanna Giubelli, ha 27 anni, di Ferrara, ed è una delle addette all'esecuzione dei tamponi alla postazione allestita al Pala De Andrè la prima operatrice dell'Ausl Romagna a cui nel primo pomeriggio di oggi è stata somministrata la dose del vaccino anti coronavirus della Pfizer. Visibilmente “emozionata”, dopo un breve periodo di osservazione post somministrazione racconta le sue sensazioni per quello che ritiene un “passo storico fondamentale per tutti noi che lavoriamo dentro e per tutti gli utenti”, ripercorrendo le tappe della battaglia che la vede impegnata in prima linea contro il virus. “Prima lavoravo in una struttura privata di Ferrara, da giugno sono stata assunta qui entrando nel team tamponi, prima a domicilio e ora al drive through qui fuori. Mi avevano detto che sarei stata la prima e in questi giorni è un pensiero su cui mi sono soffermata spesso, mi sono un po' preparata psicologicamente, per quanto possibile. Ero felice di poter ricevere il vaccino e anche i miei familiari, anche se mia mamma, comprensibilmente, era un po' più preoccupata. Per essere coperti servirà una seconda dose ma saper di poter contare sul vaccino è un sollievo per noi che per lavoro viviamo questa situazione dall'interno. Dalla nostra prospettiva si coglie davvero l'entità della strage che questo virus ha fatto e sta facendo”.

Subito dopo è stata la volta del dottor Paolo Di Bartolo, direttore del servizio di diabetologia, che ha parlato di “giornata storica” spiegando che “per chi fa il nostro lavoro ed è della mia generazione questo è il momento più rilevante, storicamente il più importante nella vita di chi come me è nato nel 1960 e ancora sta facendo l'operatore sanitario. Non abbiamo avuto la possibilità di vivere momenti così importanti per la rilevanza dell'evento e della scoperta. Vaccini, penicillina e insulina sono le più grandi scoperte della storia della medicina e noi oggi abbiamo avuto la possibilità di essere protagonisti, non perché vogliamo essere protagonisti, ma perché con la nostra presenza qui abbiamo voluto e potuto, spero, dare un segnale che questa è la strada da seguire”.

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