Coronavirus, Carradori: "Il pronto soccorso punto debole a Ravenna"

Ravenna

Tra i sindaci del ravennate è quello che finora meno si era messo in dialogo diretto con i cittadini per affrontare la crescita dei contagi. Per il cambio di rotta De Pascale ha scelto di affrontare il tema sanitario insieme a professionisti della sanità facendo una volta a settimana, il mercoledì, il punto sull’epidemia da Covid 19 sulla propria pagina Facebook. Primo appuntamento ieri con Tiziano Carradori, direttore generale di Ausl Romagna. La prossima settimana Raffaella Angelini direttrice salute pubblica.

Pronto soccorso

Negli ultimi giorni il 17% degli accessi in pronto soccorso erano sospetti Covid, dato che ci allinea per la prima volta alla media regionale. E sulle difficoltà Carradori non usa giri di parola. «Il pronto soccorso è un punto debole a Ravenna, sconta una debolezza prima di tutto logistica. Mi porto dietro una responsabilità, il nuovo pronto soccorso venne inaugurato nel 2012 quando ero direttore. Trova difficoltà nella divisione sicura delle traiettorie dei pazienti che accedono e nel ricovero. Avere tante persone covid in attesa di posto letto anche oltre le 48 ore dice che c’è un difetto di ricezione. Entro fine anno, massimo gennaio, metteremo gli spazi dell’ex terapia intensiva e dell’ex medicina di urgenza a disposizione del pronto soccorso in attesa di costruire ciò che manca in tre anni».

Medici

Sulla carenza di professionisti sollevata dal sindaco, Carradori prende posizione e ricorda che in condizione di necessità occorre assumere medici anche senza specializzazione. «Non riusciamo a reclutare personale medico per alleviare il carico di lavoro. Abbiamo 15 mila camici grigi, laureati che possono lavorare in strutture private ma non in ospedale. Allora assumiamoli come avveniva un tempo, poi li inseriamo in un percorso di specializzazione di cui si fa carico l’azienda».

Tracciamento

Nell’ambito romagnolo le persone tracciate al giorno sono 7mila, da settembre è aumentata la dotazione di personale del 67% con 160 – 170 addetti dedicati. «Venerdì scorso siamo andati in tilt, una linea di fornitura di reagenti è venuta a mancare, siamo passati da 7mila tamponi a 2.500. Ho chiamato i privati per fornire 2.500 letture di tamponi al giorno. Ora abbiamo adottato un sistema informatico senza operatore, alla lettura del tampone parte una mail al soggetto. Prima eravamo nel 90% dei casi a meno di due giorni di processazione».

Antigenici

L’arrivo dei test rapidi permetterà la lettura in laboratorio, ma anche nei reparti e nelle strutture assistenziali. La popolazione è stata selezionata per categoria: studenti, ospiti di cra, ingressi del pronto soccorso per alleggerire i tamponi molecolari.

Servizi extra Covid

«Nella prima fase avevamo accumulato in Romagna 300mila prestazioni recuperate per l’87%. Gli interventi chirurgici in attesa sono 13mila. Ora dobbiamo rispondere all’emergenza non compromettendo la routine e va superata la visione finanziaria della sanità, una cosa è la visione economica senza buttare soldi, una cosa è decidere di non formare medici e infermieri».

Familiari e visite

Non è stato impedito l’accesso alle strutture, ma è stata data l’autonomia ai reparti facendo leva sul senso di responsabilità. «Non possiamo consentire al virus di perdere la nostra umanità».

Vaccini

I dubbi maggiori per il 2021 riguardano la copertura vaccinale. «Non è vero che il virus non guarda in faccia nessuno, guarda le fasce sfortunate dal punto di vista immunitario e quelle disagiate. Ci vogliono azioni di contrasto alle diseguaglianze socio economiche». Il richiamo finale del sindaco è ai cittadini perché ciascuno faccia la propria parte per difendere la salute e non finire in fascia rossa.

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