Consumo di suolo: a Ravenna addio ad altri 69 ettari, il dato peggiore in regione

Ravenna

RAVENNA - Ispra conferma uno dei principali problemi di Ravenna: quello del consumo di suolo. Il rapporto stilato ogni anno dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale è stato presentato lo scorso 26 luglio. Ravenna svetta al primo posto tra i capoluoghi di provincia dell'Emilia Romagna con 7.113 ettari, 69 ettari - solo per quanto riguarda il territorio comunale - in più che nel 2020 e 454,58 metri quadrati per abitante. Dati, osserva il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi, "enormemente superiori a quelli di tutti gli altri capoluoghi, ma sicuramente anche di tutti gli altri Comuni della regione stessa".

Chiosa Ancisi: "Ogni volta che Lista per Ravenna dà notizia di tante nuove lottizzazioni nel nostro Comune, con migliaia di alloggi e decine di super ed ipermercati, non manca una piccola minoranza di lettori che ribatte come i nuovi investimenti producano anche - ed è vero - servizi per i cittadini, opere pubbliche, posti di lavoro. Come se, consumando a dismisura terreno vergine, quasi sempre agricolo, oltre a mettere in difficoltà la produzione alimentare, su cui si basa la vita umana, il problema ricadesse sulle future generazioni. Non è così. Noi viventi ne stiamo già pagando un alto prezzo: tutti, ad esempio, con la siccità e le alterazioni climatiche, ma la maggior parte anche sul piano economico, coi rincari delle bollette e degli acquisti". Consumo di suolo che "mette a rischio la transizione ecologica".

Nonostante dal 2017 la Regione abbia introdotto norme volte al contenimento del consumo di suolo, "da allora ad oggi è successo l’esatto contrario: un feroce maggiore consumo di suolo, a cui il Comune di Ravenna ha concorso più di ogni altro della regione". Per Ispra, in Italia, "emerge è il quadro allarmante di un paese in cui il consumo di suolo ha ricominciato a galoppare dopo anni in cui sembrava esserci una leggera flessione". Già nel rapporto precedente si denunciava che in Italia venivano persi 55 chilometri di suolo, ovvero una nuova città grande quanto Bologna, fatta di case, chiese, palazzi e strade, costruita in un solo anno. Nel nuovo rapporto la situazione peggiora drasticamente, sfiorando la cifra record di 70 chilometri quadrati di suolo consumato. Parliamo cioè di 19 ettari al giorno, 2,2 metri quadrati al secondo.

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