“Chi avvelena o spara ai pavoni va fermato”: un progetto di convivenza a Ravenna

Ravenna

«Umani e pavoni possono coesistere pacificamente»: per dimostrarlo l’associazione animalista Clama è pronta a utilizzare tutti i mezzi leciti. Da un lato, infatti, è stato definito l’ampliamento della convenzione con il Comune per la gestione di canile e gattile, prevedendo in aggiunta proprio un progetto studiato appositamente per i volatili di Punta Marina; dall’altro non si vuole lasciare impunito quanto accaduto nel lido due giorni fa: la carcassa di un pavone è stata trovata in via del Remo, a ucciderlo probabilmente il colpo di un fucile a pallini. Sul caso indaga la Polizia provinciale. «Sporgeremo denuncia - fa sapere Paola Zannoni di Clama -. Chi commette reati di questo tipo va fermato». L’episodio più recente non è l’unico verificatosi a Punta Marina: «In passato è capitato che siano stati avvelenati degli esemplari - prosegue Zannoni -. I casi accertati di questo tipo sono due. Probabilmente gli animali avevano ingerito veleno per topi lasciato da qualcuno». In altre occasioni, ci sarebbe stato persino chi ha preso l’uccello a badilate.

Insomma, a Punta Marina c’è chi non vede di buon occhio il maestoso pennuto e, per scongiurare sia il ripetersi di spiacevoli episodi che un trasferimento in altra sede, Clama ha elaborato un progetto ad hoc recentemente approvato dalla giunta comunale. «L’obiettivo spiega Zannoni - è favorire la convivenza tra gli abitanti e i pavoni promuovendo azioni che si spera incidano sulla tolleranza. Noi saremmo già pronti per partire, stiamo aspettando le indicazioni dal Comune in merito alla cartellonistica». L’iniziativa si articolerà in diverse attività di sensibilizzazione, compresi incontri con un esperto che illustrerà quali sono i comportamenti da mettere in pratica. Saranno inoltre collocati cartelloni con informazioni sull’animale. Secondo Clama la presenza dei pavoni - una quarantina circa di esemplari - «deve essere vista come un valore aggiunto per Punta Marina, anche dal punto di vista turistico. Tanti visitatori si fermano per fotografarli». Chi invece vorrebbe vederli sparire lamenta il fastidio provocato dal loro verso tipico, il paupulo, o l’invasione dei tetti con danni alle tegole. «Ma i pavoni sono qui da 30 anni e si autoregolano - sottolinea Zannoni -. Hanno anche predatori naturali, come le volpi, e le gazze si nutrono delle uova. Il loro numero è sempre rimasto costante: sono l’intolleranza e l’ignoranza delle persone ad essere aumentate».

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