Travolta da un’auto pirata mentre stava percorrendo con la sua carrozzina elettrica il sottopasso di via Giovanni Fusconi a Cervia, morì in ospedale sei mesi dopo il ricovero. Quella lunghissima degenza e le cause che il 15 dicembre del 2024 portarono al decesso della signora Nicolina Foschini, all’epoca 70enne, sono ora al centro dell’inchiesta che vede indagato un uomo di 59 anni residente nel Forlivese, accusato di omicidio stradale aggravato dalla fuga dopo il sinistro.
Ieri, davanti al giudice per le indagini preliminari Janos Barlotti, il fascicolo aperto dal sostituto procuratore Angela Scorza si è arricchito della consulenza medico legale affidata dalla Procura alla dottoressa Donatella Fedeli, con l’obiettivo di stabilire la correlazione tra le lesioni subite il giorno dell’incidente e le complicazioni che portarono alla morte dell’anziana. In gergo forense si parla di “nesso di causalità”, che in questo caso, secondo la dottoressa, mette in relazione l’evento traumatico con il decesso. Un esito acquisito ieri con incidente probatorio, vale a dire dando la possibilità alle parti - cioè all’imputato tutelato dall’avvocato Gianluca Betti del foro di Forlì, e ai figli della vittima assistiti dall’avvocato Igor Bassi del foro di Rimini - di partecipare per esercitare il proprio diritto di difesa.
L’incidente si verificò l’1 giugno di un anno fa, intorno alle 16.40. Come rilevato dalla polizia locale di Cervia, la signora fu trovata stesa a terra. Con lei c’era un testimone oculare che fornì agli agenti informazioni preziose sulla dinamica. La 70enne stava percorrendo il sottopasso di via Fusconi, già noto alle cronache e finito in passato sotto i riflettori di Striscia la Notizia. Era la via che faceva praticamente ogni giorno partendo da casa, in via Malva Sud, per andare a fare la spesa. Ma quel giorno una Fiat 500L di colore bianco la sorprese alle spalle, colpendola con la parte anteriore. L’automobilista si fermò qualche istante per poi riprendere la marcia senza prestare soccorso.
Furono le telecamere presenti in zona, sommate alle indicazioni del testimone, a indirizzare le ricerche del pirata verso Forlì. Il conducente era già a casa quando, la sera stessa, fu rintracciato dalla polizia locale. Furono riscontrati nella carrozzeria i segni riconducibili all’impatto. Ed emerse anche che lo stesso uomo alla guida era a sua volta disabile. Secondo le ipotesi quel pomeriggio potrebbe aver perso il controllo del veicolo, che peraltro aveva i comandi appositamente modificati.
La signora fu portata in ospedale. Per lei, i 112 giorni di prognosi dovuti a fratture varie, tra le quali anche quella al femore sinistro, non erano che l’inizio di una serie di ricoveri che la portarono all’Infermi di Rimini dove, sei mesi dopo l’incidente, morì in seguito a un’infezione.
E’ a questo punto che il fascicolo ha imboccato una nuova strada, come auspicato dagli eredi dell’anziana. Determinante allora - dato il tempo trascorso dall’incidente - il parere del medico legale per rispondere al quesito cruciale e stabilire se l’incidente possa essere considerato una concausa oppure una causa diretta della prematura scomparsa della 70enne. Domanda alla quale ieri è stata data risposta parlando di “causalità materiale dell’evento traumatico e il decesso”. Ora il fascicolo tornerà al pm per avviarsi verso la conclusione delle indagini.