Castel Bolognese, mancata urbanizzazione: chiesti 5,2 milioni all’Unione

CASTEL BOLOGNESE La mancata realizzazione di un mini quartiere residenziale a Biancanigo potrebbe costare molto cara all’Unione della Romagna faentina, per la precisione 5.228.676,90 euro: a tanto ammonta la richiesta di risarcimento presentata - tramite ricorso al Tribunale amministrativo regionale - dal privato che, nell’aprile dell’anno scorso, si era visto negare l’approvazione dell’accordo operativo per l’urbanizzazione di un terreno agricolo di 14mila metri quadrati nella frazione di Castel Bolognese, finito sotto la piena del Senio nell’alluvione del maggio 2023. Proprio questo fattore fu decisivo nel determinare il dietrofront delle amministrazioni locali: se, in un primo momento, la giunta castellana aveva dato il via libera alla proposta di accordo, alla luce del successivo dibattito sull’opportunità di acconsentire alla lottizzazione di aree alluvionate era spuntato il parere sfavorevole da parte del Comitato urbanistico di area vasta (Cuav), insieme a quello della Provincia e del consiglio comunale di Castel Bolognese. Atti poi recepiti dal Consiglio dell’Unione, che bloccò il progetto.
Ma su quest’ultimo diniego si è incardinato un primo ricorso al Tar depositato dal privato, a cui i giudici hanno dato ragione nel gennaio scorso: lo stop alla costruzione è illegittimo, poiché la competenza sul rilascio di pareri circa il rischio idraulico spetta all’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile. Tuttavia, proseguiva il Tar in sentenza, non è nemmeno possibile proseguire con l’intervento di edilizia residenziale, poiché la sua realizzazione risulta «definitamente paralizzata» dalle misure di salvaguardia che nel frattempo sono state inserite nel Piano speciale del commissario alla ricostruzione vietando nuove costruzioni in zone allagate o a rischio frana.
L’unico spiraglio lasciato aperto per il privato dal pronunciamento del tribunale riguardava «il profilo risarcitorio» della vicenda. Ed è in questo cuneo che si inserisce il nuovo ricorso presentato contro l’Unione della Romagna faentina, «volto all’ottenimento del risarcimento per equivalente monetario dei danni asseritamente subiti a causa della adozione della deliberazione del Consiglio» dell’Urf. Danni quantificati in oltre 5,2 milioni di euro. Ma non solo, perché il privato intende ottenere anche una «ulteriore somma da liquidarsi in via equitativa a titolo di danno non patrimoniale». Il tutto mentre la sentenza di gennaio non è ancora passata in giudicato: sia la Provincia che l’Union, infatti, l’hanno impugnata appellandosi al Consiglio di Stato.