Caso Autorità portuale di Ravenna davanti al Riesame

Ravenna

RAVENNA. Per i vertici di Autorità Portuale è il secondo tentativo per cercare di ritornare in sella e vedere annullato il decreto che lo scorso 9 settembre ha sospeso per un anno il presidente Daniele Rossi, il segretario generale Paolo Ferrandino e il dirigente tecnico Fabio Maletti, indagati nell’inchiesta sul relitto della Berkan B. La nuova partita sul general cargo affondato nella pialassa del Piombone si è giocata ieri a Bologna di fronte al tribunale del Riesame, dove le difese dei tre manager hanno presentato ricorso chiedendo l’annullamento della misura interdittiva disposta dal giudice per le indagini preliminari Janos Barlotti. Due gli appelli, riuniti in un unico documento di circa 70 pagine e presentati dai legali dei tre manager (gli avvocati bolognesi Luca Sirotti e Alessandro Cavallari). A fronteggiarli, la memoria della Procura, condensata in una trentina di pagine redatte ad hoc dal pubblico ministero Angela Scorza, titolare assieme al procuratore capo Alessandro Mancini del fascicolo che vede come reati portanti l’inquinamento ambientale, relativo lo sversamento di liquami dallo scavo del relitto, e l’abuso e omissione di atti d’ufficio, per l’ “inerzia” nell’intervenire e per aver lasciato trascorrere un anno e mezzo giocando sul “rimpallo di competenze” (parole del gip). I giudici si sono riservati sulla decisione, che potrebbe richiedere anche diversi giorni prima di essere ufficializzata.

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