Capanni a Ravenna: quella delibera per sperare, ma resta il dubbio abbattimenti - Gallery

Ravenna

Una lettera, fatta pervenire da sindaco e assessore ai capannisti prima della loro assemblea, dove si annunciava un incontro. Quindi una delibera di Giunta, approvata poche ore prima che il consiglio comunale si riunisse per discutere due question time attinenti. Emerge così una proposta per dare un futuro alla tradizione ravennate dei capanni balneari, in cui si dà disposizione agli uffici comunali di trovare aree idonee al collocamento dei manufatti. Con due interrogativi che però restano in piedi. La nuova pianificazione giungerà prima della scadenza dei novanta giorni disposti per gli abbattimenti? E questi potranno essere evitati, o si dovrà comunque procedere agli smantellamenti? Il tema è stato anche al centro dell’incontro di lunedì sera alla sala Buzzi, presente l’ampia maggioranza degli iscritti all’associazione Capannisti balneari. E’ questa realtà che da anni raduna i proprietari di questo elemento di tradizione ravennate, pagando in maniera cumulativa la concessione per i vari piccoli manufatti che da oltre un secolo sono disseminati nella vicinanza degli arenili. «Fino al 2014 abbiamo avuto un titolo, pienamente legittimo. Poi alla nostra richiesta di pagare la concessione giungeva, in maniera silente, ogni anno, un modulo F24 per il pagamento annuale della concessione, pari a poco oltre i 3mila euro. Fino a che, nel 2021 – ha spiegato il presidente dell’associazione Giorgio De Lorenzi, di fronte ai propri associati -. La richiesta monetaria è circa triplicata, superando i 10mila euro, in quanto pagavamo una concessione senza titolo. Non ci è stato mai motivato il perché». Dopo un mese di approfondimenti legali e campagna comunicativa, ieri è arrivata anche la chiara indicazione del presidente ad «abbattere entro il termine dei 90 giorni questi manufatti, perché personalmente non posso sostenere l’addebito di un reato penale e, in seguito, anche ammende che possono raggiungere i 10mila euro annui per capanno – ha esplicitato De Lorenzi -. Possiamo anche pensare di procedere ad un ricorso al Tar, ma solo quando non saremo più esposti a questo rischio». Quindi, in breve, si dovrebbe andare avanti con gli abbattimenti anche se lo stesso presidente dei capannisti balneari ha spiegato come «personalmente proverò a temporeggiare, per vedere se giunge un segnale da Palazzo Merlato. Per ora abbiamo solo la disponibilità a un nuovo piano di concessioni, con soluzioni ghetto a Casalborsetti, a Lido di Dante e a Marina. Totalmente inadeguate».

L’assemblea rumoreggia, quasi tutti ritengono di procedere allo stesso modo ma c’è l’amara consapevolezza che «se buttiamo giù, nessuno rimonterà più e questa tradizione andrà perduta. Ci dovrebbero poi dire come potremo agire negli abbattimenti visto che dovremmo giungere con attrezzature edili in zone vincolate». Il segnale giungerà poche ore dopo, in risposta ai question time dei consiglieri Veronica Verlicchi (La Pigna) e Alvaro Ancisi (LpR), da parte dell’assessore al Turismo, Giacomo Costantini, che prima motiva l’azione amministrativa, citando «una sentenza giunta nel 2021», poi la variazione del quadro normativo, con i vari interventi statali relativi alla direttiva Bolkestein. Poi la descrizione della delibera di Giunta, approvata la mattina stessa: «La dirigente del servizio Tutela ambiente e territorio di produrrà una apposita Valutazione di incidenza ambientale al fine di individuare le posizioni concessionabili nel rispetto delle direttive comunitarie in materia di Aree Sic - Zsc e delle norme del Parco del Delta del Po; e al dirigente del servizio Sportello unico attività produttive – ufficio Demanio, di accogliere le indicazioni di tale Valutazione e predisporre un bando, per l’individuazione di un soggetto giuridico senza fini di lucro, che mantenga viva la tradizione dei capanni balneari e si impegni in iniziative sociali e culturali». E ora tutti si chiedono se questo bloccherà o avallerà gli abbattimenti.

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