Black Friday, i negozianti ravennati: “Un massacro: aiuta le multinazionali, non i più piccoli”

Ravenna
  • 26 novembre 2025

RAVENNA - “Massacro”, “giungla”, “follia”, “frenesia”. Così alcuni commercianti ravennati hanno definito il periodo del black friday che negli Stati Uniti, luogo di origine del fenomeno, segna l’inizio delle compere natalizie con sconti e prezzi bassi. Con la nascita dei siti di shopping online e il loro progressivo aumento di popolarità, le ultime settimane di novembre sono però diventate insostenibili per le attività piccole e indipendenti, sempre più dubbiose e restie sui veri benefici dell’evento. «Si perde il valore delle cose. Gli sconti folli non servono a nulla» così spiega Fabrizio, venditore di libri usati e proprietario di Scattisparsi. «Il black friday è inventato dalle grandi multinazionali, non solo per svendere, ma anche per ostacolare i piccoli negozi. Dal canto nostro non riusciamo a scontare i prodotti veramente ricercati e di qualità». Nonostante questo, il libraio è contento degli affari anche se in diminuzione: «Faccio questo lavoro da quarant’anni e sicuramente non sono ricco, ma quando alla sera chiama mia moglie chiedendomi di tornare a casa perché sono rimasto troppo tempo in libreria, mi rendo conto di fare ciò che amo».

Alla cartoleria Politecnica spiegano che «l’ultima settimana di novembre è sempre un massacro per liberarsi dei prodotti meno venduti, un apice c’è stato l’anno scorso sia per i negozi fisici che per le grandi aziende online». Il proprietario ha poi esposto un problema dell’organizzazione del centro città che «mette in difficoltà i commercianti. Qui ci sono troppe strisce blu e si fa fatica a fare anche solo una passeggiata, di conseguenza le persone tendono a fare shopping su internet anche se preferirebbero farsi consigliare negli acquisti da un vero commerciante, esperto in materia». All’Eternauta, storica fumetteria di Ravenna, sono preoccupati per lo stato dell’economia: «Noi partecipiamo al black friday, ma non notiamo cambi d’affluenza e da un paio d’anni a questa parte il periodo di Natale che prima ci aiutava, non esiste più».

I problemi però, si notano non solo nei negozi di libri e cartolerie, ma anche in quelli di abbigliamento. Da Alloro negozio di calzature da donna, l’incidenza del black friday si fa sentire tutti gli anni: «E’ un buon modo per svendere i prodotti, ma ormai viene utilizzato tutto l’anno al posto dei classici saldi e di conseguenza, noi piccole attività ci troviamo senza linee guida da seguire sul quando partire con gli sconti e come farlo». Malgrado il periodo favorevole però, anche da Alloro rimangono allarmati per l’economia del Paese: «La situazione è grave, ci sono pochi soldi e poco shopping ed internet ci ammazza. Molti negozi, noi compresi, sono costretti ad aprire un sito».

«Anche i più coscienziosi si fanno prendere dalla frenesia del black friday, evento poco sostenibile e confusionario; noi vogliamo cercare di togliere risorse al fast fashion e portare tutti verso un’idea di consumismo non sfrenato» così spiegano a Dellamore Vintage, negozio di vestiti usati. «Noi siamo nati da poco, ma stiamo andando bene soprattutto tra i turisti, più abituati a comprare vintage. Il periodo invernale e il calo dei turisti sicuramente non ci aiuta, ma siamo fiduciosi». Anche qui è stato esposto un giudizio critico nei confronti delle grandi aziende: «Le multinazionali vendono a poco prezzo, spesso non curandosi delle condizioni dei loro lavoratori, di conseguenza acquistando online, si alimenta questa macchina anche senza volerlo».

Daniele Franza

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