Ravenna, Biogas, la Rosetti Marino decuplica il fatturato in tre anni: da 2 a 20 milioni
Dai 2 milioni di euro solo tre anni fa, ai 20 che si prevedono quest’anno. Un fatturato decuplicato per la sezione relativa al biogas della Rosetti Marino, che ha preso abbrivio dopo l’operazione con cui l’azienda di via Trieste ha acquisito il controllo di Green Methane s.r.l., società leader in Italia nella progettazione, realizzazione e messa in marcia di impianti per la trasformazione di Biogas in Biometano. È questa la performance descritta dall’amministratore delegato di Rosetti, Oscar Guerra, di un comparto che per la società ravennate dell’Oil & Gas sta diventando sempre più importante: «L’anno prima della nascita della partnership, il 2020, il fatturato ammontava a circa due milioni, che già l’anno dopo, quando abbiamo acquisito il 60 per cento della società, era cresciuto a sette - spiega il dirigente apicale di Rosetti -. L’anno scorso si è chiuso con un consuntivo a quota 17 milioni e per questo 2023 pensiamo di superare i 20 milioni». Un’avanzata che potrebbe essere ulteriormente agevolata da un concretizzarsi della collaborazione nata con Sgr. L’operatore del mercato del gas riminese ha un’esclusiva con un operatore americano per la fornitura di impianti di piccole dimensioni, atti proprio alla produzione di biometano da scarti agricoli e organici: «Noi ci incaricheremmo di fornirne di medio grandi - racconta Guerra -. La taglia media degli impianti che noi produciamo è quella che consente una produzione da 2.500 metri cubi di biometano al giorno. La fornitura che si prospetta attraverso Sgr sarà di strutture normalmente un po’ più piccole, ma che consentiranno all’operatore riminese di implementare la propria dotazione in rete di metano green». Si parla fondamentalmente di impianti di trattamento dell’organico o scarti agricoli che vengono fatti “digerire” da batteri anaerobici. Dal gas prodotto però si estrae metano viene separata, peraltro, la CO2. Tecnologia, essa stessa, di fondamentale importanza nei settori più innovativi del business legato all’energia: «Parliamo di un settore in grande espansione. In Italia si stima - analizza il contesto l’ad di Rosetti - che il potenziale di produzione di metano da scarti agricoli è di 9 miliardi di metri cubi all’anno. È poco meno del metano che importeremo con i due rigassificatori di Ravenna e Piombino». Ed infatti su questo ambito iniziano a muoversi tutti i grandi player: «Stanno diventando produttori di biogas anche Eni e Snam, ma anche le aziende che gestiscono i rifiuti, come Hera. Il tutto anche agevolato da una legge, attesa da tempo, che stimolerà il business con incentivi - approfondisce ancora Guerra -. La nostra intesa con Sgr è giunta in tempo per poter avvantaggiarsi di questa fase». Indipendentemente dagli aiuti di Stato, Rosetti è comunque convinta di avere soddisfazioni da questa nuova opportunità di business: «Un tempo il biometano era all’appannaggio unicamente di piccoli imprenditori, che potevano fornirsi di un carburante di bassa qualità, che presentava impurità che diminuivano la vita dei propulsori. Adesso la tecnologia su questo ambito - rileva la guida dell’azienda ravennate - si è molto sviluppata. Così come si sono ampliate le applicazioni. Abbiamo clienti importanti interessati alla concimazione carbonica degli ortaggi, ambito che può svilupparsi in parallelo con questo mercato. E auspichiamo di portare i nostri impianti anche all’estero, per quanto il mercato italiano presenti interessanti espansioni. Abbiamo offerte molto calde, su cui auspichiamo di avere novità a breve».