Alluvione in Emilia-Romagna, De Pascale: “Pronti ad anticipare il miliardo promesso dal Governo, ma le opere vanno finanziate in cinque anni, non in dieci” VIDEO

Ravenna
  • 02 maggio 2025

La Regione Emilia-Romagna è pronta a battersi per migliorare in Parlamento il decreto del Governo sulle alluvioni. Il presidente Michele De Pascale ha già chiamato il numero uno Fdi alla Camera, Galeazzo Bignami per provare a spianare la strada ai correttivi. Ma soprattutto viale Aldo Moro chiede un ritmo più sostenuto ai finanziamenti per le opere da realizzare, velocizzando il piano da un miliardo in dieci anni annunciato dal ministro Nello Musumeci. “Questo fondo pluriennale riconosce al nostro territorio un fattore di rischio più elevato rispetto alla media nazionale. Si riconosce la peculiarità del nostro territorio”, sottolinea De Pascale, parlando oggi del decreto varato dal Cdm mercoledì durante una conferenza stampa. “Ma la nostra aspettativa- scandisce il governatore- è mettere in campo più opere di quelle che il Governo ha previsto. Avremo a disposizione circa 300 milioni nei prossimi tre anni, il nostro obiettivo è aumentare questo ritmo. E visto che questo fondo decennale segnala anche difficoltà a reperire risorse, noi siamo disponibili anche a meccanismi di anticipo. Siamo a disposizione per anticipare questo miliardo perché queste opere siano finanziate in cinque anni anziché in dieci”.

De Pascale, accanto a lui la sottosegretaria alla presidenza della Regione Manuela Rontini, vuole rilanciare il dialogo col centrodestra sull’alluvione a partire da quella che definisce una “buona base di partenza”, appunto il decreto lungamente atteso per permettere al commissario Fabrizio Curcio di intervenire con le sue ordinanze anche sugli eventi dell’autunno 2024, che hanno colpito duramente anche la città di Bologna.

Il tempo che non va perso

Ma De Pascale parte da una critica. È trascorso “un tempo veramente molto lungo tra gli eventi di settembre e ottobre 2024 e la nomina del commissario. Il ritardo è oggettivo”. Per quando riguarda poi i diversi ambiti del decreto, ci sono luci ed ombre. Per quanto riguarda la governance, “come schema a noi convince”. Gli enti locali sono più protagonisti, con la possibilità del commissario di dotarsi di altra struttura commissariale rispetto a quella militare che affiancava il predecessore Figliuolo. Peraltro, la struttura avrà una sede proprio nelle torri della Regione Emilia-Romagna. Bene, per quanto riguarda le procedure di semplificazione, la ricognizione prevista sui danni ai privati e anche la procedura speditiva per piccoli importi. “Per chi deve chiedere 20.000 euro è legittimo ci sia una procedura di questo tipo”, dice il presidente. Invece, con le prudenze del caso visto che il decreto non è ancora ‘bollinato’, “a nostro avviso non sono presenti le semplificazioni rispetto alle normative urbanistiche ed edilizie. C’è margine per migliorare in Parlamento. Lo stesso vale per la semplificazione sulle opere pubbliche”. E anche il risarcimento dei beni mobili, risponde ad una domanda De Pascale, “potrebbe essere una cosa da rivalutare nell’iter parlamentare, visto che quella cifra di 6.000 euro è davvero molto bassa”. L’idea è insomma quella di “supportare in tutti i modi il Parlamento” per arrivare ad un testo finale “che sia il migliore possibile”, dice ancora De Pascale che ha già sentito Bignami nella speranza che il decreto arrivi prima alla Camera.

Appello alla collaborazione

Continua De Pascale: “Per noi è fondamentale avere un rapporto con tutti i gruppi parlamentari, quindi faccio un appello al capogruppo del principale capogruppo di maggioranza, che è emiliano-romagnolo, perché si possano ascoltare insieme le parti e proporre anche correttivi bipartisan. Secondo me il terreno c’è. Mi batterò perché a differenza di due anni fa ci possano essere miglioramenti fuori dallo scontro politico”. A breve lo stesso Curcio tornerà in Emilia-Romagna per presentare il decreto a comitati, parti sociali, amministratori e forse anche in Assemblea legislativa.

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