Affidi di minori, bocciata la commissione d’indagine

Ravenna

RAVENNA. Il consiglio comunale boccia a maggioranza la proposta di commissione d’indagine sugli affidi extrafamiliari dei minori proposta da parte dell’opposizione e i firmatari della richitesta insorgono.

«Il 14 gennaio stesso in cui è stata chiusa l’inchiesta giudiziaria Angeli e Demoni, meglio conosciuta come “di Bibbiano” – preannuncio di una richiesta di rinvio a giudizio, per 108 capi d’accusa, di 26 persone, compreso il sindaco di quel Comune – il consiglio comunale di Ravenna ha respinto a maggioranza la proposta avanzata fin dal 24 settembre 2019 dai gruppi consiliari di Lista per Ravenna, Lega Nord, Cambierà e Forza Italia», punta il dito il primo firmatario Alvaro Ancisi, capogruppo di LpRa. Si chiedeva che fosse costituita “una Commissione consiliare d’indagine per conoscere e analizzare la natura e l’organizzazione della rete dei servizi per i minori che opera in questo Comune e sulle attività che vi svolgono gli educatori, gli assistenti sociali e altri operatori addetti”.

«La coincidenza con la campagna elettorale – tiene a sottolineare – è addebitabile all’estrema lunghezza dell’istruttoria subita dalla proposta diversamente dalla volontà dei suoi sottoscrittori».

La commissione richiesta

Questo genere di commissioni “a tempo”, previsto dal regolamento consiliare, rfa sapere Ancisi, «attiene ad approfondimenti conoscitivi su attività svolte dal Comune limitati agli aspetti amministrativi, organizzativi e gestionali, assolutamente non giudiziari o penali, distinguendosi dalle commissioni ordinarie permanenti per doversi svolgere obbligatoriamente in seduta segreta e per il diritto riconosciuto ai consiglieri commissari di ottenere e conoscere “tutti gli atti, anche di natura riservata, afferenti all’oggetto dell’indagine od alla stessa connessi” (art. 99): elementi insopprimibili per discutere di atti ed azioni che coinvolgono la salute personale e familiare dei minori».

Lo spirito dell’iniziativa

I promotori tengono però a sottolineare che il testo della proposta «è lo stesso con cui il 10 luglio scorso il consiglio comunale di Forlì aveva approvato all’unanimità la medesima commissione d’indagine, costituita poi con la presidenza della Lega e la vicepresidenza dei Cinque Stelle, tuttora proficuamente in attività. Lo spirito della nostra iniziativa, più volte esposto, ha ricalcato esattamente quanto dichiarato dalla presidente della commissione all’atto della nomina: “Quello che ci aspetta nei prossimi mesi è un’attività ispettiva parsimoniosa, calibrata sull’ascolto di chi lavora e presta servizio all’interno del circuito degli affidi. Su una cosa voglio essere chiara. Non c’è alcuna volontà di mettere in piedi un tribunale dell’inquisizione o di perseguire, per partito preso, chi opera all’interno dei servizi sociali. Quello che vogliamo mettere in luce, attraverso l’istituzione di questa Commissione, è il sistema degli affidi declinato nel nostro Comune, partendo dalla gravissima inchiesta di Bibbiano che ha investito a macchia d’olio l’intera Val D’Enza. L’idea è di rendere il servizio degli affidi il più efficiente ed efficace possibile, tenuto conto della professionalità e serietà dei tantissimi operatori che lavorano per la tutela dei più piccoli”. Niente di diverso, niente di più – precisa Ancisi –. Con la certezza che, non essendoci nulla da nascondere, nessuno ha nulla da temere dal far conoscere nulla».

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