A Pucciarelli e Busch il “Premio Libertà di stampa” a Conselice
Aperte a Conselice le celebrazioni per il 18/o anniversario del monumento alla stampa clandestina e alla libertà di stampa. Alla celebrazione di ieri, oltre al sindaco Andrea Sangiorgi presenti, accanto alla pedalina che ricorda gli stampatori clandestini che si opposero alla censura del nazifascismo durante la Seconda Guerra Mondiale, il presidente dell’Osservatorio sulla libertà di stampa, Paolo Berizzi; il presidente dell’Aser-Associazione stampa Emilia-Romagna, Paolo Maria Amadasi; il segretario generale aggiunto della Fnsi, Matteo Naccari; il giornalista de ‘la Repubblica’, Matteo Pucciarelli; la giornalista e scrittrice Jule Busch.
Proprio Pucciarelli e Busch sono stati insigniti, dal Comune di Conselice, del ‘Premio Libertà di stampa’. “Sono ottant’anni esatti da quando Cesare, Giovanni, Egidio e Pio sono stati fucilati per la loro attività con la pedalina - ha ricordato il presidente di Aser - Il loro sacrificio è servito a darci uno stato democratico. La Costituzione è frutto di uomini che pur divisi da tante ideologie erano accumunati dalla ricerca della democrazia, e uno degli elementi fondamentali è l’articolo 21, che consente la libertà di esprimersi. Oggi sembra un fatto scontato - ha aggiunto - ma dopo vent’anni di impossibilità non era così naturale. Questo articolo consente a tutti i cittadini il diritto di esprimersi ma anche di essere correttamente informati”, ha concluso. Nel corso della celebrazione Amadasi ha anche ricordato Camillo Galba - già presidente di Aser e membro della giunta Fnsi scomparso dieci anni fa - alla cui memoria Aser ha istituito una borsa di studio per i ragazzi di Conselice.
“Spero che anche da Conselice riparta uno scatto di orgoglio da parte dei giornalisti - ha detto il segretario Fnsi Matteo Naccari - il precariato e il lavoro sottopagato delle redazioni non permette di esercitare questo lavoro con serenità, non consente di lavorare bene sulle inchieste. Un precario guadagna 10 euro lordi per un servizio, perché dovrebbe affrontare pericoli per fare il suo lavoro. Da anni il giornalista può venire insultato dal politicante di turno, può essere imbavagliato, può essere pagato poco perché così è più ricattabile“.