L’aumento del numero delle zanzare dopo l’alluvione non accenna a diminuire e in tutta la fascia dei Lidi nord l’ultimo monitoraggio segnala un “forte disagio” che si estende anche a Marina di Ravenna dove, dopo una breve settimana di calo del numero delle uova presenti nelle trappole posizionate da Azimut che fungono da “termometro zanzaresco”, la situazione è tornata difficile. In questo periodo poi si stanno diffondendo sempre di più le zanzare tigre, la cui diffusione rilevata dalla Regione è già superiore al picco dello scorso anno, rilevato ad agosto.
Quanto incida l’alluvione sulla diffusione delle zanzare è evidente anche da uno studio di maggio e giugno che ha portato all’aumento esponenziale delle zanzare in Bassa Romagna e, appunto, nel litorale nord. In queste zone i campi agricoli sono tornati ad essere valli e non è un caso che si siano diffuse specie come le “Aedes vexans” e le “Aedes caspius” che secondo la Regione in condizioni normali sono più presenti nella zona emiliana, tra Ferrara e Modena. Sono infatti tipiche di aree naturali o agricole soggette ad allagamenti temporanei.
Grazie ai dati di sorveglianza entomologica a West Nile virus, che hanno coinvolto 98 trappole attrattive attivate da maggio a ottobre ogni due settimane, è stato possibile monitorare la densità di queste due specie nel mese di maggio e creare mappe di distribuzione. A maggio si è notato un particolare incremento Aedes caspius, specie che punge soprattutto al crepuscolo e al mattino, tra Ferrara e Ravenna, favorito dagli allagamenti verificatisi nella zona.
Di fronte al forte aumento di queste specie nel mese di maggio, la Regione ha adottato una serie di disposizioni integrate nel Piano arbovirosi per ridurre sia le larve che gli adulti presenti nelle aree allagate. Le misure aggiuntive volte a ridurre le larve hanno compreso la sensibilizzazione di imprese e responsabili di aree critiche, come cantieri e parcheggi, per evitare la formazione di raccolte d’acqua potenziali focolai di sviluppo larvale, la verifica dello stato di pulizia di tombini e caditoie da parte dei Comuni per garantire un’ottimale distribuzione del larvicida, il monitoraggio dei depositi temporanei di rifiuti derivati dall’alluvione, che avrebbero potuto costituire siti di riproduzione per le zanzare e la richiesta di autorizzazione al Ministero della Salute per utilizzare droni nella distribuzione di larvicidi biologici in porzioni allagate difficilmente raggiungibili da terra. A giugno il numero di queste zanzare è così diminuito. Ma ora sembra arrivato il momento della tigre.