Ravenna, Yara: bonus di mille dollari ai dipendenti

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Mille dollari di bonus, ovvero 942 euro stando al cambio attuale. Li riceveranno come gratifica natalizia addizionale i dipendenti della Yara, sia per lo stabilimento di Ravenna che in quello di Ferrara. Un elemento non scontato per alcuna azienda, tanto meno per un gruppo che ha dovuto barcamenarsi per trovare alternative negli approvvigionamenti di materia prima. In particolare la multinazionale norvegese, che basa le sue produzioni sulla filiera dell'ammoniaca e dell'urea, fondamentale per i fertilizzanti, che partono dal metano. Inutile precisare quanto abbia subito, più di altre realtà, i rincari relativi al gas.

Aumenti che hanno indotto la Yara a non produrre più autonomamente l’ammoniaca, ma ad importarla via nave. Operazione che aveva consentito ai 130 dipendenti di Ravenna di non vedere sostanziali differenze nella propria vita lavorativa. Discorso diverso per Ferrara, dove sono stati necessari degli stop per far quadrare i conti. Sicuramente però si è resa fondamentale una riorganizzazione: «I lavoratori hanno dimostrato flessibilità e disponibilità e questo bonus natalizio è certamente una buona risposta dell’azienda all’atteggiamento avuto dai dipendenti». E’ il parere di Vittorio Caleffi, segretario regionale della Uiltec, che aggiunge come «in una fase complicata, l’azienda non rinunci anche ad un’attenzione ai più deboli, con operazioni di solidarietà organizzate a sostegno dei profughi ucraini». Certamente, secondo l’esponente sindacale «spingere sull’integrazione dei due stabilimenti ha aiutato a contenere la problematica – prosegue Caleffi –. E questa deve rimanere la direzione maestra anche per il futuro». Secondo il riferimento provinciale della medesima sigla, Filippo Spada, un’ipoteca importante sulla solidità del futuro di Yara sarebbe dato dal progetto sulla CO2: «Yara ne è partner, essendo firmataria del memorandum che, all’interno di Omc, ha voluto sostenere l’operazione orchestrata da Eni e Snam sulla captazione e il contenimento dell’anidride carbonica. Se quel progetto andasse in porto – conclude il segretario ravennate della Uiltec – porterebbe un elemento di forte competitività per tutti gli aderenti. Oltre ad un indubbio vantaggio in termini di impatto ambientale».

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