Ravenna, volontario aggredito da baby gang mentre porta farmaci

RAVENNA. Nessuno di loro era a casa, dove sarebbero dovuti rimanere, anziché ritrovarsi al parco. Tuttavia l’inosservanza delle regole “anti-coronavirus” fa solo da cornice a una vicenda ben più grave che lunedì ha portato all’arresto di tre ragazzini minorenni di Ravenna, tra i 14 e i 17 anni. La violenza con la quale lunedì pomeriggio, nella zona del parco Teodorico, hanno pestato e rapinato un giovane volontario dell’Auser che stava tornando a casa dopo avere consegnato spesa e medicinali a domicilio agli anziani, ricalca tutti i tratti di una scena da “Arancia Meccanica”.

Accerchiato, buttato giù dalla bicicletta, preso a calci e colpito prima con il collo di una bottiglia di vetro poi con un bastone. Tutto per uno zainetto e uno smartphone. La vittima, un ragazzo poco più che ventenne che aveva appena finito il turno di consegne per l’associazione, è finita al pronto soccorso ed è stata dimessa con 25 giorni di prognosi. Prima di chiamare l’ambulanza, però, ha avuto la lucidità necessaria per inseguire la baby gang e recuperare il telefono con il quale ha fornito le indicazioni necessarie ai carabinieri del Radiomobile per intercettare e arrestare il gruppo.

Ferito con bottiglia e tronco
Da solo contro tre, poi divenuti quattro con l’arrivo di un ulteriore membro della “banda”. Una volta finito a terra, il giovane volontario è subito stato preso a calci sul torace e al volto. Ha tentato di divincolarsi quando ha capito che gli adolescenti stavano tentando di strappargli lo zaino e prendergli il cellulare che aveva in mano. Così uno dei tre aggressori ha rotto una bottiglia di vino che stava bevendo. Gli ha puntato al collo il frammento di vetro aguzzo rimasto in mano, intimandogli di consegnare tutto. Nel farlo il minorenne si è pure tagliato la mano, imbrattando anche con il suo sangue i vestiti della vittima. Arrendersi non è servito per placare la furia dei giovanissimi. Mentre continuavano a picchiarlo, uno di loro ha anche preso un tronco e lo ha colpito sulla testa. Non bastasse, è sopraggiunto anche un quarto complice. “Cos’è, hai problemi con i miei amici”. Questa la frase udita dal volontario prima di essere nuovamente percosso con pugni e calci al capo e ricevere ancora una volta addosso il tronco.

La fuga e l’arresto
A interrompere la foga del gruppo è stato l’arrivo di un passante. Nonostante le ferite la vittima si è lanciata nell’inseguimento, recuperando anche il telefono nel frattempo gettato sull’erba. In costante contatto con i carabinieri, non ha perso di vista i giovani fino all’arrivo dei militari, che hanno bloccato i tre dei fuggitivi. Il quarto si è invece dileguato per i campi. “Non l’ho lanciato io. Vai a vedere sul tetto della biglietteria”, avrebbe detto davanti agli uomini dell’Arma uno dei giovanissimi, riferendosi allo zaino appena rubato, e di fatto ammettendo di avere preso parte al pestaggio. Durante la perquisizione, addosso ai ragazzini sono state trovate anche dosi di marijuana. Ma è stata la brutalità dell’aggressione che ha comportato l’arresto in flagranza, per il quale ora si attende l’udienza di convalida davanti al gip del tribunale per i minorenni di Bologna (i tre giovanissimi sono difesi dagli avvocati Lisa Venturi, Roberta Melandri, Tanja Guidone e Alessandro Docimo).

Già noti anche prima
Nonostante l’età a carico di due dei tre arrestati c’è un elenco assai lungo di episodi già finiti sul tavolo della Procura per i minori. Reati contro il patrimonio, ma anche imbrattamento di muri e lancio di sassi contro i treni in transito. Quasi tutti già noti alle forze dell’ordine ancora quando l’età non li rendeva nemmeno imputabili. Superati i 14 anni, invece, sono proseguite le condotte di violenze e minacce, perpetrate con altri coetanei, compresa una violenza sessuale di gruppo.

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