Ravenna, vernice sulle auto dei dipendenti. Danni per 115mila euro

Decine e decine di auto dei dipendenti del porto. C’è chi se l’è ritrovata a pois, chi invece con colature di vernice manco fosse una tela di Pollock. Tutt’altro che un ritocco di carrozzeria voluto dai proprietari che per giorni, come ogni giorno, tra settembre e ottobre del 2019 hanno continuato a parcheggiare le proprie vettura negli stalli a ridosso di terminal, uffici e magazzinidel portodi Ravenna, per poi recarsi al lavoro. Piuttosto una verniciatura accidentale, che si è tradotta in una richiesta di risarcimento che ha coinvolto una settantina di soggetti tra lavoratori e società proprietarie delle vetture, per un totale di circa 115mila euro tra costi di officina per ripulire ciascun mezzo e spese legali di una sorta di class action approdata in una causa davanti al giudice di pace e tuttora in corso, senza che nessuno abbia ancora visto un centesimo.

La vicenda dai tratti comici (quantomeno per chi l’auto quel giorno l’ha tenuta al sicuro nel garage) risale al 2017. E’ l’anno in cui una delle principali società del porto San Vitale decide di effettuare lavori di manutenzione straordinaria su tre capannoni di sua proprietà, situati in via Darsena San Vitale, commissionando l’appalto a una ditta specializzata. L’intervento prevede lo smontaggio della copertura in cemento amianto e la successiva sabbiatura delle superfici in ferro, con tanto di sistemazione delle parti deteriorate e finale verniciatura di altri elementi metallici. A ridosso delle tre strutture ci sono i parcheggi non solo dell’azienda in questione, ma di altre realtà portuali. I tempi per le autorizzazioni, tuttavia, non sono snelli. Tra nulla osta, comunicazione di inizio lavori, e scelta della società alla quale affidare la commissione passa tutto il 2018, fino al settembre dell’anno successivo.

Ma quando finalmente i macchinari carichi di vernice per tinteggiatura a spruzzo e sabbiatura si mettono all’opera, nessuno avvisa i lavoratori dell’area. E nella zona, sono almeno quattro le aziende che si affacciano sui parcheggi comuni. Tanto più che non si tratta di un intervento di un solo giorno. I lavori proseguono infatti fino a ottobre.

Chi se ne accorge per primo nota picchiettature di colore grigio chiaro e scuro sparse su tutte le auto. Qualcuno capisce subito. A quelli che invece decidono di azionare il parabrezza scambiandoli per acqua sporca o qualche altra sostanza lavabile depositatasi sul tergicristalli, beh… potete immaginare il risultato. A ottobre inoltrato è ormai chiaro che cosa sia accaduto. Così partono gli esposti ad Arpae, paventando la possibilità che oltre ai danni subiti dai veicoli anche gli stessi lavoratori abbiano corso pericoli a causa della propagazione delle vernici e dei granelli di sabbia.

L’accertamento va avanti fino a dicembre. E dalla relazione, fra foto e video, trapela qualche inciampo: come il fatto di avere spruzzato a una distanza eccessiva dalle superfici provocando un effetto di “over spray” trasportato dal vento. Di cartelli o segnaletica, nemmeno l’ombra, nemmeno nei giorni successivi alla comparsa dei primi puntini grigi sulle vetture lasciate negli stalli.

La pioggia che si presenta a distanza di qualche settimana dai fatti è quella delle richieste di risarcimento dei vari lavoratori. Di fronte alla quale parte una lunga trattativa animata dal rimpallo di responsabilità tra assicurazioni, azienda committente e impresa appaltatrice. Finché i vari procedimenti vengono riuniti in un’unica causa davanti al giudice di pace, incardinata nel 2022 e giunta ora alla vigilia dell’udienza per il risarcimento. Con un conto totale degno di un’asta d’arte.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui