Ravenna, venerdì ripartono gli Incontri Letterari con Flavio Caroli

Ravenna

Venerdì 8 ottobre, alle 18, nella sala Dantesca della Biblioteca Classense (ingresso libero) Flavio Caroli aprirà il 48° ciclo degli Incontri Letterari del Centro Relazioni Culturali del Comune con il suo ultimo libro “I sette pilastri dell'arte di oggi. Da Pollock alle bufere del nuovo millennio”, edito dalla Mondadori.

Riprendono dunque gli incontri del venerdì del Centro Relazioni Culturali, progetto ideato da Walter Della Monica nel 1974 ormai diventato tradizione consolidata e apprezzata. Dopo due cicli interrotti dall’impossibilità di organizzare incontri pubblici, finalmente si ricomincia e, nel rispetto delle prescrizioni sanitarie, il pubblico avrà di nuovo l’occasione di conoscere da vicino i protagonisti della cultura nazionale.

Apre il nuovo ciclo degli Incontri Letterari Flavio Caroli, celebre e rinomato storico dell’arte moderna e contemporanea, personaggio televisivo e straordinario divulgatore di arte e cultura. Il pubblico ravennate che ad ogni ritorno a Ravenna del celebre concittadino affolla la sala ha imparato a conoscere quello stile peculiare ed avvincente con cui il professor Caroli riesce a comunicare mirabilmente il frutto di una vita di studio e passione per l’arte. Purtroppo l’emergenza sanitaria in corso rende necessario il distanziamento e i posti della sala dantesca dove si svolgerà l’incontro sono disponibili solo su prenotazione 0544.482227 - crc@comune.ra.it. Tuttavia sarà possibile seguire la serata attraverso la trasmissione in diretta streaming sul sito www.vivadante.it del Comune di Ravenna o sulla pagina fb Ravenna per Dante.

Flavio Caroli racconta le sette rivoluzioni che hanno segnato l'arte del secondo dopoguerra.

«Del mio tempo mi interessa tutto. E se poi si tratta di arte, di creatività e di bellezza, semplicemente mi perdo.» Flavio Caroli, tra i più noti e stimati critici e storici dell’arte italiani, ci ha fatto innamorare delle grandi opere del passato. In questo nuovo volume ci prepara invece al colpo di fulmine con «il genio del Duemila», individuandone i «pilastri», perché «non si può capire l’arte d’oggi se non se ne conoscono almeno le fondamenta».

All’origine dei tanti linguaggi dell’arte contemporanea, Caroli identifica sette rivoluzioni maturate a partire dagli anni della Seconda guerra mondiale. L’avventura non può che cominciare con l’Action Painting e le tele di Jackson Pollock – accanto a lui, il francese Jean Fautrier, fondatore dell’Informale al di qua dell’Atlantico –, per proseguire con la Pop Art in un «mondo che sfugge in ogni modo dai confini dell’arte visiva tradizionale». Mentre poi fotografia e pittura figurativa, due linguaggi in combattimento tra loro da più di un secolo e mezzo, s’impongono attraverso gli scatti di Irving Penn e di Ugo Mulas, e i quadri di Francis Bacon e Lucian Freud: tutto è già pronto per le rivoluzioni successive. L’Arte Ambientale, il Minimalismo, l’Arte Concettuale, l’Arte Povera, la Body Art, l’autolesionismo nella Londra negli anni Settanta, la pioniera Marina Abramović, l’Arte Astratta, Anish Kapoor, «ponte mirabile fra arte d’Oriente e arte d’Occidente», fino agli «antimanieristici» anni Ottanta – che sempre, nei diversi secoli, più che chiudere il proprio tempo anticipano il secolo che sta per cominciare –, con protagonisti, tra gli altri, Jean-Michel Basquiat e Keith Haring. Caroli racconta la formazione e l’evoluzione di questi fondamentali snodi artistici, ne segnala le derivazioni, le eredità maturate e le proiezioni nel futuro. Tra ricordi personali, aneddoti e interpretazioni poetiche, accompagnati dalle immagini dei capolavori degli ultimi settant’anni, I sette pilastri dell’arte di oggi è un prezioso viatico per leggere la nostra contemporaneità con gli occhi dell’estetica.

Il profilo

Flavio Caroli è nato a Ravenna, il 9 marzo del 1945 ed è considerato uno dei maggiori critici e storici d’arte del nostro Paese. Dopo essersi laureato in Lettere presso l'Università di Bologna, ha iniziato ad insegnare nello stesso ateneo, per poi trasferirsi al Politecnico di Milano in qualità di professore associato. La sua carriera accademica lo ha poi portato a rivestire incarichi sempre più importanti. Buona parte del suo ormai trentennale lavoro è stato dedicato ad una lunga e metodica indagine con la quale ha cercato di ravvisare l’influsso della linea introspettiva nell'arte occidentale. Un lavoro che lo ha visto affermarsi in qualità di organizzatore di mostre molto rilevanti sia in Italia che all’estero.

Ha inoltre corredato il suo intenso lavoro con alcuni volumi che sono considerati tra le migliori pubblicazioni del loro campo.

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