Ravenna, un anno sui pedali da Istanbul a Capo Nord: l'avventura di Nicolò Farroni

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La partenza il 12 settembre del 2021 dal centro di Ravenna con le bici cariche; nelle borse il necessario per vivere sulla strada, uno zaino pesante sulle spalle, un budget giornaliero limitato e un milione di sogni da realizzare. Poi via. Quasi un anno trascorso sui pedali, 19 paesi attraversati e 15mila chilometri percorsi prima di tornare a casa. Sono i numeri dell’avventura di Nicolò Farroni, 29enne ravennate appena rientrato da un viaggio in bicicletta lungo il perimetro dell’Europa. Da Istanbul a Capo Nord. «Faccio parte di una generazione che nella vita ha avuto tutto, ogni cosa è a portata di mano, semplice, facile, ad ogni problema c’è una soluzione dietro l’angolo – spiega –. Sono cresciuto nell’epoca dei social, internet, i gps; l’avventura non esiste più, e gli avventurieri come Bonatti, Bartoli, Messner sono ricordi lontani, sono foto in bianco e nero sbiadite nel tempo. Al giorno d’oggi, dove tutto è possibile, sono estremamente convinto che l’unica cosa che ci resti da fare sia sognare, avere una passione che ci tenga vivi, credere in un ideale, identificarsi in qualcosa in cui crediamo e non mollarla per nessun motivo. Per questa ragione insieme alla mia ragazza abbiamo deciso di partire, stanchi di tutte le scorciatoie che la vita ci mette ogni giorno a disposizione e abbiamo scelto la bici, il mezzo ideale per viaggiare, vivere, scoprire, gioire e soffrire». Da est a ovest, da sud a nord seguendo la costa dell’Europa, dalla Turchia a Cabo da Roca a Lisbona, e da Tarifa a Capo Nord in Norvegia. «Un viaggio incredibile e indimenticabile, che ci ha permesso di vedere il nostro fantastico continente da un altro punto di vista, in un modo più umano. L’Europa è un continente straordinario, relativamente piccolo ma ricco di diversità, e la bicicletta è il mezzo ideale per scoprirlo. Se chiudo gli occhi, posso ancora vedere il tramonto sul Bosforo cadere dietro i minareti di Istanbul, sento il muezzin recitare la sua preghiera espandersi come d’incanto in una metropoli divisa tra Asia ed Europa, vedo i venditori di çai nel bazar della città e nello stesso tempo ricordo le spiagge dorate dell’Algarve mentre un surfista danza sulle onde di un mare blu meraviglioso. Mentre a Firenze i turisti visitano le nostre meravigliose chiese del rinascimento, in piazza Skandergberg a Tirana la bandiera rossa con l’aquila continuerà sempre a sventolare fiera nel cielo albanese. A Tarifa il vento soffia forte e il sole splende sulla sabbia, l’Africa sembra quasi toccare la Spagna, mentre in Scandinavia le renne attraversano nel silenzio le strade, i laghi come specchi d’acqua riflettono milioni di alberi delle foreste svedesi e i salmoni risalgono i fiumi contro la corrente. Mentre un francese si gusta un eclaire seduto in un bistrot, in Macedonia ci sarà sempre un cicloviaggiatore che scappa dell’ennesimo cane randagio che gli corre dietro minaccioso. Sembrano mondi distanti, ma in realtà sono vicinissimi, tutti raggiungibili con un colpo di pedale, viviamo tutti sotto lo stesso cielo, siamo tutti uguali ma tutti diversi. Questo è il nostro viaggio, questa è l’Europa che ho avuto la possibilità di scoprire. Con il tempo ho capito che viaggiare è davvero facile; la cosa piu difficile è trovare il coraggio di partire, lasciare tutto, il lavoro, la casa, le sicurezze di una vita normale. Ancora adesso la cosa di cui vado più orgoglioso è il fatto di aver creduto nel mio sogno, di non aver mollato un attimo l’idea di andare, non essermi scoraggiato di fronte alle difficoltà».

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