Ravenna, un anno in carcere da innocente: risarcito con 90mila euro

RAVENNA - Era stato accusato di omicidio e tenuto in carcere per circa un anno. Per lui la Procura aveva chiesto anche una condanna a venti anni di reclusione, ma poi ben due sentenze avevano sancito la sua piena innocenza. Non era stato Hatem Yakoubi colui che fece cadere mortalmente una pensionata di Lugo nel tentativo di strapparle la catenina. E ora lo Stato paga il conto di quella ingiusta detenzione: 90mila euro come risarcimento.

Quella di Hatem Yaakoubi è però una storia complessa e drammatica. Dal giorno del suo arresto il ragazzo, tramite i suoi avvocati Pierluigi Barone e il figlio Francesco, si era professato innocente per l’aggresione brutale costata la vita alla 78enne Alma Matulli. Dopo il mancato ricorso in Cassazione della pubblica accusa, il legale Francesco Barone nei mesi scorsi aveva immediatamente fatto istanza di risarcimento del danno per ingiusta detenzione. Istanza alla quale la corte d’appello di Bologna ha risposto ora con un’ordinanza di accoglimento, riconoscendo 385 giorni di ingiusta detenzione patita dal giovane tunisino a partire dal 5 ottobre del 2017 e terminata il 25 ottobre 2018.

Quel sedici settembre di quattro anni fa, Alma Matulli venne scippata mentre si trovava a passeggio con la badante nella periferia di Lugo. Secondo quanto ricostruito nell’indagine, la donna venne aggredita alle spalle da un uomo che le strappò la catenina che indossava al collo. Nella rapina la Matulli venne spintonata a terra, sbattendo violentemente la testa. L’anziana signora venne immediatamente portata in ospedale, ma dopo alcuni giorni di sofferenza perse la vita. L’indagine si indirizzò ben presto verso Hatem Yaakoubi come solo presunto responsabile del fatto e nei suoi confronti venne firmata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Processato con l’accusa di omicidio preterintenzionale, in primo grado il pm Monica Gargiulo chiese una condanna pesante, mentre gli avvocati cercarono di spiegare in tutti i modi come, dalle testimonianze raccolte, fosse evidente che l’autore fosse un’altra persona. Yaakoubi vinse il processo, ma era irregolare sul territorio italiano e dopo la scarcerazione gli venne immediatamente notificato il decreto di espulsione. Quel giorno il giovane minacciò anche il suicidio. Ora che è stato riconosciuto da due giudici come innocente, però, lo Stato italiano ha dovuto risarcire il 29enne, che attualmente si trova in Tunisia.

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