Ravenna: turismo azzerato, gli hotel rischiano di non riaprire

Ravenna

«A questo punto il problema non è più quando in città torneranno i turisti, ma se gli alberghi avranno la forza di aprire quando il settore ripartirà». Non usa mezzi termini Filippo Donati, presidente di Assoturismo Emilia-Romagna e titolare dell’Hotel Diana nel centro storico, analizzando la situazione che sta vivendo il mondo alberghiero dopo la chiusura dei confini regionali, avvenuta a inizio marzo con la zona arancione scura e inasprita con quella rossa. Al momento, infatti, non esistono indicazioni governative che impongano la chiusura degli esercizi ricettivi, ma senza la libera circolazione delle persone è ovvio anche che il flusso turistico sia stato azzerato.

Come nel 2020

In un simile contesto accade quindi che molti alberghi, come il Bisanzio, il Byron o il Palazzo Bezzi, abbiano a tempo indeterminato chiuso i battenti. Il timore di ripetere i numeri ottenuti nel lockdown del 2020, con nemmeno 4mila turisti arrivati a Ravenna tra marzo e aprile, per un calo che ha sfiorato il 95% rispetto all’anno precedente, sta diventando sempre più realtà. «Ormai è una certezza – riprende Donati – che ci avviamo verso la seconda Pasqua senza presenze turistiche negli hotel, con l’unica speranza di ripartire a maggio e di cercare di limitare i danni in estate. Quello che ci preoccupa di più, però, è il totale abbandono in cui sentiamo lasciati da parte delle istituzioni». Qualche piccolo sostegno c’è stato, ma l’albergatore non lo ritiene certo sufficiente. «Se abbiamo ricevuto 10mila euro in ristori, ne abbiamo spesi 15mila in tasse, senza parlare dei costi fissi, in particolare dovuti ai pagamenti delle bollette. L’unico segnale di presenza è arrivato dal sindaco De Pascale, che ha tagliato la Tari di quasi il 75%, ma ci siamo fermati a questo». Capita così che un hotel come il Diana, che nel marzo del 2019 riempiva in media 25-30 delle sue stanze, in questi giorni non superi quota 7-8. Questo durante la settimana, in quanto nel weekend non apre nemmeno. «Il turismo “commerciale”, rappresentato dalla manodopera specializzata, è quel poco che ci rimane e che ci permette di tenere accesa la fiammella. Per il resto non c’è nient’altro, nemmeno i professionisti che una volta venivano a Ravenna per svolgere le consulenze». La situazione, in definitiva, è sempre più difficile e non c’è grande ottimismo per il futuro. «Con quello che si guadagna, le spese non sono più sostenibili, anche perché per gestire un albergo e i suoi servizi serve un certo tipo di programmazione. Al momento i miei collaboratori sono in cassa integrazione e a presidiare il Diana ci penso io, 24 ore su 24. A questo punto speriamo che a maggio, se la pandemia ce lo permetterà, la gente abbia voglia di riprendere a viaggiare e a visitare le città d’arte come Ravenna. Se questo non accadrà, poi non ci dovremo stupire che gli albergatori non pagheranno più le tasse. Ma questo capiterà non per uno sciopero – termina Donati – ma perché avranno finito i soldi». Manca solo la comunicazione ufficiale, ma considerata l’attuale situazione sanitaria l’inaugurazione del Museo Dante subirà un altro rinvio. Previsto in precedenza a dicembre e poi slittato al 24 marzo, l’allestimento che si terrà ai chiostri francescani a questo punto vedrà la luce non prima di metà aprile. «Si era pensato anche a una inaugurazione virtuale – spiega il dirigente del settore cultura del Comune, Maurizio Tarantino – ma assieme al ministro Franceschini e il sindaco De Pascale si è deciso di farla in ogni caso con la presenza di pubblico, ovviamente con tutte le misure di distanziamento del caso». Sulla data della nuova apertura, però, al momento non è possibile fare previsioni certe. «Di sicuro sarà dopo Pasqua, ma tutto dipenderà da come si evolverà la situazione sanitaria nel paese. Naturalmente noi continuiamo ad andare avanti con i lavori e nei prossimi giorni faremo un sopralluogo per vedere a che punto siamo. Quando avremo la possibilità di aprire il museo – termina Tarantino – cercheremo di farci trovare pronti». Al momento, invece, resta invariata la data dell’inaugurazione del Museo di San Romualdo, nei pressi della Biblioteca Classense, in calendario il 23 aprile.

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