Ravenna, la truffa della variante brasiliana del Covid ai nonni: "Servono 15mila euro per curare tuo nipote"

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Non bastavano le varianti ufficiali rilevate dalle analisi in laboratorio, ora il coronavirus muta e imperversa anche nelle strategie adottate dai truffatori per prendersi gioco delle loro vittime. È quanto sta accadendo in questi giorni a Ravenna e altre città della provincia, dove i telefoni di diversi anziani sono stati bersagliati da una serie di chiamate decisamente inquietanti: in poche parole, tentativi ripetuti di truffa. Lo schema del raggiro è noto, ma nei casi più recenti si presenta una variazione sul tema pandemico. La vittima viene contattata telefonicamente da una persona che si presenta come addetta ai lavori in campo medico, un dottore dell’ospedale o un’infermiera, e annuncia il ricovero di un familiare del malcapitato: il malato inesistente, nella maggior parte un nipote dei nonni presi di mira dai truffatori, ha contratto «la variante brasiliana del covid», che viene presentata come una delle forme più gravi e letali del virus, in grado di cagionare a stretto giro la morte del paziente. Il racconto di chi si è trovato a rispondere a queste telefonate è concorde: l’unica cura considerata efficace dai finti medici consiste in «punture» di un qualche medicinale sperimentale. E naturalmente l’iniezione ha un costo salato: «Dai 5mila ai 15mila euro», come riferito in alcune segnalazioni. È a questo punto del dialogo che la maggior parte degli anziani inizia a capire di trovarsi di fronte a una tentata truffa, ma chi rimane irretito e prosegue deve purtroppo misurarsi con un ulteriore choc in arrivo dall’altro lato della cornetta. Per provare quanto da loro affermato, i truffatori hanno infatti uno stratagemma: fanno parlare la vittima con un’altra persona, che si fa passare per il parente ricoverato in condizioni disperate e implora di ricevere aiuto immediato. Qualcuno potrà pensare che sia molto difficile credere ad argomentazioni così surreali, ma i truffatori ricorrono a diversi accorgimenti: conoscono nomi e gradi di parentela, scelgono vittime potenzialmente fragili e impressionabili facendo leva sugli affetti familiari e sarebbero persino in grado di tenere occupata la linea telefonica degli utenti che contattano, spacciandosi anche per carabinieri nel caso in cui si provi a rivolgersi alle forze dell’ordine subito dopo avere riattaccato. Secondo alcune segnalazioni, inoltre, durante la telefonata i malfattori si appostano in auto nelle vicinanze dell’abitazione in cui si trova il loro bersaglio. Anche se la maggior parte di questi tentativi di truffa sono stati smascherati in tempo dagli anziani stessi o dai loro parenti, purtroppo non sono mancati nemmeno i casi in cui il raggiro è andato in porto, come accaduto nei giorni scorsi a Faenza dove una signora, convinta di essere d’aiuto al nipote, ha consegnato a chi l’ha ingannata l’oro del marito e della figlia defunti. Per questo fatto è stata presentata denuncia.

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