Ravenna, "ti ho fatto io le dimissioni": il barman denuncia il titolare del bar del centro

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Voleva licenziare il dipendente, barista in un noto bar in pieno centro storico a Ravenna, con il quale il rapporto di lavoro non aveva evidentemente raggiunto la giusta sintonia. Lo avrebbe convocato mettendogli davanti un foglio da firmare, prima di saldargli quanto dovuto per l’ultimo periodo di impiego. E nel farlo gli avrebbe detto testuali parole: «ti ho fatto io le dimissioni». Per il lavoratore la proposta è parsa come un ricatto bello e buono: se non si fosse dimesso, rinunciando quindi alla disoccupazione e ad altri benefici previsti, non avrebbe visto i soldi delle ultime giornate di servizio. Così ha denunciato il titolare, facendolo finire a processo per estorsione. Nei confronti dell’imprenditore, un 49enne di origine campana ma residente da tempo in città, il decreto di rinvio a giudizio lo ha portato di fronte al giudice monocratico Antonella Guidomei, che ora dovrà giudicare un episodio avvenuto nell’agosto del 2016.

Il foglio da firmare

Secondo l’accusa il datore di lavoro non avrebbe lasciato alternative al dipendente che fino a quel momento aveva lavorato per lui come barman e cameriere. Gli avrebbe detto che se non avesse firmato il foglio di dimissioni volontarie non lo avrebbe pagato. Lo avrebbe quindi costretto a firmare un foglio retrodatato di un mese. Il vantaggio per il titolare? Un bel risparmio sull’indennità prevista per il mancato preavviso così pure il risparmio sul contributo Inps per l’indennità di disoccupazione.

La difesa: malinteso linguistico

Per la difesa dell’imputato, assistito dall’avvocato Antonio Primiani, si sarebbe trattato in realtà di un malinteso di natura, per così dire, linguistica. Usando forse una forma colloquiale, il datore si sarebbe in realtà preoccupato di essere in regola da punto di vista giuslavoristico, intendendo con “dimissioni” la lettera di licenziamento che voleva consegnare al barman, chiedendogli una firma per l’avvenuta ricezione. Insomma, non un’estorsione, accusa che ora potrebbe costargli una pena che va da 5 a 10 anni.

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