Ravenna, stoccaggio Co2, primi lavori a settembre
Un bando all’interno del Pnrr può agevolare la nascita dell’impianto di captazione, stoccaggio e riutilizzo della CO2 a Ravenna. Intanto, indipendentemente dalla disponibilità o meno di finanziamenti pubblici, gli studi per approntare il progetto pilota proseguono e per settembre si attendono i primi lavori preparatori.
Due miliardi di euro infatti finanzieranno progetti nei settori hard-to-abate: si tratta nella sostanza di quelle produzioni strategiche, nei sistemi economici di tutto il mondo, le cui emissioni sono di difficile abbattimento. Ed infatti proprio nel porto ravennate il progetto sulla CO2 si inserirebbe per introdurre l’economia circolare (l’anidride carbonica verrebbe raccolta e riutilizzata) sul petrolchimico e sulle produzioni di industria pesante, come le industrie chimiche, di lavorazione degli idrocarburi oltre che gli impianti di lavorazione dell’acciaio di Marcegaglia. E anche questo è un collegamento interessante perché all’interno di questa casistica, un piano sarebbe dedicato, nel Pnrr, proprio alla siderurgia, con i forni di fusione che diverrebbero elettrici e alimentati prima a gas naturale poi a idrogeno. Sulla produzione del propellente in questione, l’idrogeno, nel Pnrr si apre quindi al doppio binario: sarebbe ammissibile sia quello “verde” (estratto dall’acqua per elettrolisi, come si vuole fare col progetto Agnes proprio al largo di Ravenna, ndr), sia quello “blu”, che associa appunto metano e CO2.