Ravenna, un'app per controllare da remoto chi è in quarantena da covid

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Questa volta è arrivato ad un organismo delle Nazioni Unite per presentare il proprio progetto per seguire i malati di covid dalla quarantena fino alla sindrome del long covid con la telemedicina, in un dibattito che ha coinvolto persino la direttrice presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità di Ginevra. Del resto, Samir Mastaki, 39enne ravennate e abitante a San Marino, quando ancora non c’erano i tamponi rapidi, durante la prima violenta ondata del coronavirus, creava una partnership per realizzare la diagnostica attraverso l’intelligenza artificiale. Nessuno in Italia parlava di Immuni e lui concepiva una app che fosse in grado di comunicarti se eri stato vicino ad un positivo. Ora ha sviluppato il suo progetto “Lemonade.care” e ha potuto parlarne al World Health Innovation Summit, organizzato dal United Nations Global Sustainability Index Institute. Che è appunto un organismo creato dalle Nazioni Unite per promuovere la sostenibilità. Tema fondamentale anche in sanità. «Se un anno fa mi avessero detto che avrei presentato Lemonade.Care alle Nazioni Unite molto probabilmente non ci avrei creduto – ammette Mastaki –. Eppure è accaduto in una discussione incentrata sul tema della salute digitale». La sua è la prima startup sammarinese ad essere presentata in quel contesto e il panel si è svolto una settimana fa online. L’iniziativa sostiene anche il progetto dell’Onu per cercare di spingere su alcune città “pilota” la digitalizzazione come strumento di capillarità dei servizi in ottica sostenibile: Un-Habitat. Al forum hanno preso parte, infatti, oltre a Isabelle Wachsmuth, direttrice presso l’Oms di Ginevra, anche personalità del calibro di Roland Schatz di Ungsii, Dyfed Aubrey di Un-Habitat e Gareth Presch, Ceo del World Health Innovation Summit. «Un grande ringraziamento va all’Iss sammarinese – dichiara Mastaki –, ai medici ed all’amministrazione dell’Ospedale di Stato, alla Segreteria di Stato Sanità, capeggiata da Roberto Ciavatta, per tutto l’appoggio che ci hanno dato in questi mesi di sviluppo e progettazione. Abbiamo in mano uno strumento che renderà la medicina più accessibile per tutti, grazie all’uso della tecnologia». All’interno di “Lemonade.Care” c’è un sistema basato su un software e una app che possano seguire un paziente in quarantena preventiva e in grado di capire, da remoto, se è positivo. Qualora lo fosse, di seguirne il decorso. E poi di osservare l’evoluzione della sindrome del long-covid, ancora bisognosa di studi: «Questo sistema, per quei Paesi con sistemi sanitari che non possono permetterselo, vogliamo donarlo», dichiara lo startupper ravennate. C’è poi un secondo piano, anch’esso legato ad una app, in grado di seguire una gestante da quando scopre di essere in gravidanza fino al parto. Ma è già modulabile su molte altre patologie, dalla gastroenterologia alla medicina riabilitativa. Ora si apre la fase di ricerca di finanziamento e l’interesse è forte, dal Far East fino all’Occidente.

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