Ravenna, stalking in corsia: infermiere rinviato a giudizio

Per tenerlo lontano dalla ex c’è voluta l’ordinanza di un giudice, che per forza di cose ha dovuto fare i conti con i passi che quotidianamente separano l’indagato dalla parte offesa. Questione di pochi gradini, quelli dell’ospedale, dove entrambi lavorano come infermieri. E mentre la misura cautelare persiste, l’uomo, 48enne, è stato rinviato a giudizio. Pesano nei suoi confronti le accuse di violenza privata, stalking e violenza sessuale per episodi che il giudice per l’udienza preliminare Andrea Galanti ha ritenuto sussistenti dopo avere ascoltato la testimonianza della vittima.

I fatti risalgono al 2021, sebbene il divieto di avvicinamento sia scattato l’anno successivo, nel giugno del 2022. Una relazione finita male quella che legava i due colleghi in servizio al Santa Maria delle Croci. Per nulla intenzionato ad accettare la fine della relazione, a partire dall’aprile di ormai due anni fa il 48enne avrebbe iniziato a tempestare di messaggi la donna. Le scriveva via whatsapp e su tutti i social utilizzati da lei, facebook, instagram, tik tok, o anche via mail, totalizzando in appena quattro mesi 135 messaggi. Bloccarlo non è servito a molto. L’uomo la seguiva ovunque, anche in banca, sotto casa o nel reparto dove l’infermiera lavorava, senza farsi scrupoli a diffamarla con gli altri dipendenti.

Alle offese alternava le lusinghe, sconfinando pure nelle minacce esplicite. Messaggi come “ti amo”, seguiti da inquietanti promesse tipo “piuttosto mi faccio arrestare ma tu sei mia” o “non frequentare i posti che frequento io”, intimandole di restare a casa promettendole che “finiremo nella prima pagina del giornale”. Il motivo di quest’ultima insinuazione lo aveva reso ancora più esplicito usando parole che fanno gelare il sangue: “Ti sgozzo lentamente come un animale, anzi mi fai schifo e non mi voglio neanche sporcare le mani, prendo un tizio che lo fa per 500 euro”.

A chiudere il cerchio del quadro accusatorio anche un episodio di violenza sessuale avvenuto in spiaggia, dove la vittima sarebbe stata intercettata dall’ex compagno e forzata a subire l’abuso con la bocca tappata affinché non urlasse. Infine due ulteriori confronti nel parcheggio dell’ospedale, nei quali la donna sarebbe stata trattenuta per le braccia per impedirle di salire in auto.

La difesa dell’imputato, assistito dall’avvocato Francesco Manetti, aveva insistito sulle tempistiche della querela, giudicata tardiva perché presentata il 7 giugno scorso, quantomeno relativamente alla violenza sessuale e allo stalking, puntando così a lasciare nel capo d’accusa solo la supposta violazione della libertà personale. Il legale ha anche depositato la registrazione di uno dei due episodi di violenza privata contestati, nei quali trapelerebbero manifestazioni di gelosia da parte della vittima stessa. Elementi che il legale punta ora a utilizzare nel dibattimento, che prenderà il via il prossimo novembre.

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