Ravenna, sport giovanile fermo. Allenatore rinuncia al voto

Ravenna

«Siccome chi non ha diritti è giusto che si astenga anche dal partecipare alle consultazioni popolari, le riconsegno la tessera elettorale e le comunico che non voterò mai più in vita mia». Si è presentato ieri mattina alla segreteria del Comune, Alessandro Zauli, con in mano una lettera indirizzata al sindaco Michele De Pascale e il certificato elettorale. La sua forma di protesta, tranquilla ed educata, più che per la decisione delle istituzioni di interrompere di nuovo l’attività sportiva dilettantistica, è figlia dal sentirsi abbandonato dalle istituzioni. Allenatore di giovani calciatori da tre anni alla Compagnia dell’Albero, e con alle spalle un curriculum di tutto rispetto per le esperienze trascorse a Lugo, Russi, Forlì e Ravenna, con grande amarezza Zauli continua sottolineando di aver «capito in questo disgraziato periodo che l’attività in cui ho impiegato 36 anni di vita è superflua e inutile. Come affermato dai politici in televisione, lo sport dilettantistico e i ragazzi non interessano a nessuno. Pertanto, oltre ad abbandonare lo sport, ho capito che chi vi opera non ha diritto né di lavorare né di ricevere un indennizzo che non sia una mera elemosina».

A mezzo servizio

Dallo scoppio della pandemia, infatti, Zauli in pratica ha lavorato in modo completo solo un mese e mezzo, da settembre fino a metà ottobre. Negli altri periodi o è stato del tutto fermo oppure, come è accaduto nell’ultimo periodo, ha svolto l’attività a “mezzo servizio”, allenando i suoi ragazzi solo dal punto di vista della tecnica individuale. «È ovvio che il sindaco non può fare nulla, ma essendo il mio riferimento territoriale ho riconsegnato a lui il certificato. Sia ben chiaro, nessuno nega la situazione di emergenza sanitaria che stiamo attraversando, ma visto che chi opera nello sport dilettantistico non ha mai la possibilità di far sentire la sua voce ho scelto questo tipo di protesta». L’abbandono è il sentimento che sta provando Zauli in questo periodo. «È molto triste che per il tuo Stato non conti nulla, come sono molto dispiaciuto del fatto che nessun calciatore o allenatore conosciuto a livello nazionale abbia fatto qualcosa per mostrare la propria solidarietà nei nostri confronti – conclude – dedicandoci un sostegno almeno mediatico».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui