«Siccome chi non ha diritti è giusto che si astenga anche dal partecipare alle consultazioni popolari, le riconsegno la tessera elettorale e le comunico che non voterò mai più in vita mia». Si è presentato ieri mattina alla segreteria del Comune, Alessandro Zauli, con in mano una lettera indirizzata al sindaco Michele De Pascale e il certificato elettorale. La sua forma di protesta, tranquilla ed educata, più che per la decisione delle istituzioni di interrompere di nuovo l’attività sportiva dilettantistica, è figlia dal sentirsi abbandonato dalle istituzioni. Allenatore di giovani calciatori da tre anni alla Compagnia dell’Albero, e con alle spalle un curriculum di tutto rispetto per le esperienze trascorse a Lugo, Russi, Forlì e Ravenna, con grande amarezza Zauli continua sottolineando di aver «capito in questo disgraziato periodo che l’attività in cui ho impiegato 36 anni di vita è superflua e inutile. Come affermato dai politici in televisione, lo sport dilettantistico e i ragazzi non interessano a nessuno. Pertanto, oltre ad abbandonare lo sport, ho capito che chi vi opera non ha diritto né di lavorare né di ricevere un indennizzo che non sia una mera elemosina».
Ravenna, sport giovanile fermo. Allenatore rinuncia al voto