Ravenna, sparò al rivale in amore nel capanno: chiesti 8 anni

Starebbe già per concludersi la vicenda giudiziaria relativa ai fatti accaduti il 21 luglio dell’anno scorso nei pressi della Pialassa Baiona, quando un 39enne di origini tarantine, ha esploso diversi colpi di pistola contro l’uomo che riteneva essere l’amante della moglie. A fare da sfondo a questa vicenda da cavalleria rusticana è un padellone romagnolo come tanti, dove viveva il malcapitato proprietario.

Secondo l’accusa, il 39enne aveva interpretato come prova del tradimento un messaggio scambiato al cellulare tra la moglie e il presunto amante la notte precedente, maturando così la decisione di vendicarsi per quello che riteneva il torto subito. Il tarantino avrebbe quindi deciso di recarsi al padellone, chiedendo fra l’altro alla moglie di condurlo in auto sul posto. Al suo arrivo, il proprietario del capanno stava tranquillamente prendendo il sole: a rovinargli l’abbronzatura, però, ci ha pensato il primo colpo di pistola, allo scoppio del quale si è rifugiato nel padellone.

L’udienza

Ieri mattina il Gup Andrea Galanti ha accordato all’imputato, accusato di tentato omicidio e assistito dall’avvocato Francesco Furnari, il rito abbreviato, ma ha anche chiesto di poter ascoltare la parte offesa, che si è costituita parte civile e ha chiesto un risarcimento da 50mila euro. L’uomo, difeso dall’avvocata Carlotta Benini, ha riepilogato davanti al giudice i dettagli che gli sono stati richiesti riguardo ai momenti dell’irruzione del 39enne armato. Gli attimi oggetto delle domande erano certamente concitati e ricordare il numero preciso dei colpi di pistola non è stato possibile, ma i danni al capanno, quelli sì, sono stampati nella memoria: i primi spari avrebbero colpito gli scuri delle finestre, una delle quali sarebbe stata mandata in frantumi da un colpo successivo. Altre pallottole sarebbero poi finite all’interno del capanno stesso, dove l’uomo si era immediatamente andato a nascondere per uscire soltanto all’arrivo delle forze dell’ordine.

Dal sostituto procuratore Monica Gargiulo è arrivata invece la richiesta di condanna a 8 anni di carcere. Richiesta a cui la difesa ha controbattuto sostenendo che gli atti commessi dall’imputato non fossero diretti a cagionare la morte del supposto rivale in amore e che, inoltre, gli spari non avrebbero mai potuto colpire attingere zone vitali. Per tali ragioni, la richiesta della difesa è di attenuare la misura cautelare per il 39enne, attualmente ancora in carcere, e di assolverlo. Il gup ha rinviato alla prossima settimana la lettura della sentenza.

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