Ravenna, scappatella da 90mila euro: "l'amante diabolico" finisce a giudizio

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Si erano tanto amati, poi sono finiti in tribunale. Potrebbe iniziare così la cronaca della vicenda che ieri mattina ha portato al rinvio a giudizio per un 42enne di una frazione del Ravennate, accusato di avere raggirato una donna con cui aveva intrattenuto tra 2016 e 2018 una relazione extraconiugale e dalla quale si sarebbe fatto “prestare” in più occasioni denaro per una cifra complessiva di 90mila euro. Le virgolette sono d’obbligo perché la donna, costituitasi parte civile con l’avvocato Giorgio Vantaggiato, in sede di denuncia ha affermato che tale somma non le sarebbe mai stata restituita. Ora, per colui che un tempo fu il suo amante e ora è difeso dal legale Francesco Furnari, si apre la strada verso il processo, che lo vede imputato per circonvenzione di incapace: in precedenza, da parte della Procura era arrivata la richiesta di archiviazione ma il gip Corrado Schiaretti aveva deciso l’imputazione coatta nei confronti dell’uomo, mandandolo davanti al gup. E proprio ieri il giudice per l’udienza preliminare, Janos Barlotti, ha agito in maniera analoga, disponendo ancora una volta l’imputazione e sancendo così il rinvio a giudizio, a fronte di una nuova richiesta di archiviazione presentata dalla Procura. ll reato contestato è truffa, aggravata dall’ingente danno economico cagionato.
Il 42enne, definito dalla donna che lo accusa «un amante diabolico», dovrà quindi spiegare come sia stato possibile che da una appassionata storia clandestina si sia giunti a una querela nei suoi confronti. In particolare, stando a quanto riferito alle forze dell’ordine che a suo tempo hanno raccolto la denuncia, si dovrà fare luce sulle varie giustificazioni avanzate dall’uomo nelle decine di volte in cui avrebbe chiesto denaro all’amante, dichiaratasi «succube» di quell’uomo a cui non sapeva dire di no, anche quando per soddisfare le richieste di prestiti era stato necessario bussare alla porta dei parenti. Che fosse per aiutarlo a risolvere grane legali, «regolamenti di conti con albanesi» o esponenti della «malavita» napoletana, a spingere la donna nell’assecondare le sue «incessanti richieste» era sempre l’amore: un sentimento, si sa, che può costare molto caro. Ma per l’avvio del processo bisognerà ancora aspettare: la prima udienza è fissata per l’inizio del 2024.

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