Ravenna: risucchiato dal bocchettone, bimbo rischia di annegare

RAVENNA. Quel bocchettone della piscina si stava trasformando in una trappola mortale. E solo per fortuna martedì pomeriggio non si è consumata quella che poteva essere una seconda terribile tragedia. Un bambino di nove anni è stato infatti trasportato d’urgenza al pronto soccorso dopo che ha rischiato di annegare nella piscina di un hotel a Lido Adriano. E ieri ha trascorso la giornata in osservazione nel reparto di Pediatria, dove gli è stata data una prognosi di piena guarigione in 15 giorni.
Sono circa le diciotto nel bordo piscina dell’hotel. Una famiglia di turisti svizzeri in vacanza a Lido Adriano sta prendendo le ultime ore di sole della giornata.
In pochi istanti però tutto precipita. Quel bambino, probabilmente attirato dall’acqua piena di bollicine generate dall’impianto di idromassaggio, si getta in una delle due piscine presenti nella struttura. La profondità massima per fortuna non raggiunge nemmeno il metro di altezza, ma purtroppo ci sono altre insidie. Ossia i bocchettoni di aspirazione. È così che il piccolo si avvicina troppo a quei bocchettoni, fino a quando la sua pancia viene come risucchiata tenendolo stretto in una morsa senza scampo. Nel panico la sua testa finisce più volte sott’acqua e il bimbo inizia a dimenarsi e a ingurgitare acqua.
Per fortuna una bagnante si accorge subito della scena e si avventa sul piccolo per salvarlo, liberandolo da quella morsa che in pochi istanti sarebbe potuta divenire letale. I presenti chiedono l’immediato intervento del 118, che si precipita sul posto portando via il piccolo che, tuttavia, non aveva acqua nei polmoni ma solo nello stomaco. Oltre a un evidente ematoma sulla pancia dovuta all’effetto ventosa del bocchettone di aspirazione nel quale era rimasto incastrato.
Quali siano le responsabilità su quanto accaduto spetterà alla magistratura chiarirlo. Nel frattempo la polizia di Stato - su richiesta del pubblico ministero Monica Gargiulo che ha aperto un fascicolo d’indagine - ha posto sotto sequestro la piscina. Sul caso sta indagando anche la Medicina del lavoro. E l’obiettivo è quello di capire se dentro l’hotel siano rispettate tutte le norme di sicurezza, che l’impianto sia a norma e che il regolamento interno venga fatto adeguatamente rispettare.
Per comprendere quanto un bocchettone di aspirazione possa essere in realtà pericoloso basta risalire a un anno fa. L’11 luglio dell’anno scorso al Grand Hotel Virgilio di Sperlonga (in provincia di Latina), la tredicenne Sara Francesca Basso ha perso tragicamente la vita nella piscina dell’albergo dopo che uno dei suoi arti era stato come risucchiato dal bocchettone di ricambio dell’acqua, impedendole di staccarsi.

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