Ravenna: rilasciato dopo il furto, si fa arrestare per rapina

Bloccato a Ravenna dopo un furto da 100 euro in fioreria, era stato denunciato e arrestato per avere dato un falso nome agli agenti che lo avevano fermato. Tornato in libertà, si è fatto nuovamente arrestare, questa volta per una rapina impropria ai danni della proprietaria di un ristorante etnico di Lido Adriano, a pochi passi da casa: l’avrebbe minacciata mentre lo inseguiva con tanto di scopa in mano per farsi riconsegnare i 600 euro spariti dalla cassa. Manco a farlo apposta, la ristoratrice derubata lo aveva pure riconosciuto come presunto autore di un altro furto commesso alla vicina attività commerciale il giorno prima, vale a dire il giorno stesso in cui il giudice lo aveva rilasciato senza alcuna misura cautelare per il “colpetto” di sabato ai danni della fioraia ravennate. E così, per Michele Orazio Marzola, 36enne residente a Pavia ma domiciliato a Lido Adriano si sono riaperti i cancelli del tribunale, per una nuova udienza che si è conclusa con l’obbligo di firma due volte a settimana e di dimora nel comune di Ravenna.

Minacce alla ristoratrice

L’episodio risale a martedì. L’uomo è entrato nel ristorante di Lido Adriano chiedendo informazioni alla figlia della proprietaria sul menù di ferragosto. Secondo l’accusa sarebbe stato un pretesto per armeggiare indisturbato con il registratore di cassa. La ragazza, infatti, si è assentata qualche istante per chiedere a sua volta alla madre in cucina, per poi tornare dal cliente. Quando quest’ultimo si è congedato allontanandosi dal ristorante, la proprietaria ha controllato il fondo cassa scoprendo che mancavano i contanti: circa 600 euro, appunto, che ancora devono essere ritrovati. A quel punto la donna è corsa fuori con la scopa gridando “al ladro”, seguendo lo sconosciuto. E’ stato allora che ha notato la somiglianza con la descrizione del ladro fatta dalla vicina, derubata il giorno precedente. Pedinato, l’uomo ha cercato di liberarsi dell’inseguitrice minacciandola con frasi tipo, “smettila di urlare se no ti spacco la faccia”. Un’espressione che gli è valsa l’arresto per rapina impropria non appena la polizia di Stato è arrivata sul posto.

Ricomparso quindi di fronte al giudice Natalia Finzi, il 36enne, difeso dall’avvocato Guido Pirazzoli, ha negato di avere rubato denaro dalla cassa del ristorante. Una versione ritenuta non credibile dal vice procuratore onorario Adolfo Fabiani, che ha chiesto i domiciliari. Il giudice, dopo avere convalidato l’arresto, ha disposto l’obbligo di dimora nel comune e di firma per due volte alla settimana.

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