Ravenna, ricorso al tribunale per il giusto prezzo del Matilda

Un contenzioso in piedi da dieci anni che sono serviti soltanto a capire quale sia il tribunale competente per risolverlo. Ci è voluto un pronunciamento della Corte di Cassazione per decidere che ad occuparsi del ricorso della società Bbk Srl contro la Regione dovrà essere il Tar. Al centro della questione c’è l’acquisizione dell’area demaniale dove ha sede l’unica discoteca rimasta a Marina di Ravenna: l’ex Santa Fé, oggi Matilda – Touché.

L’inizio del contenzioso

Correva l’anno 2009 quando una delibera della Regione disponeva la dismissione di alcuni beni immobili regionali tra cui l’area in cui sorge la discoteca che Alessandro Zangaglia, insieme all’ex socio Cristiano Ricciardella, rilevò a metà anni Novanta facendola diventare una delle più importanti della provincia. In quanto concessionaria dell’area la società di Zangaglia – la Bbk srl, appunto – aveva il diritto di prelazione “purché accettasse le condizioni comunicategli, relative al prezzo e a tutte le clausole del contratto da stipulare” come prevedeva la legge regionale. Da qui è nato il contenzioso: la Regione ha proposto un prezzo per la dismissione che la società ha ritenuto iniquo, presentando una propria perizia. Così la prelazione è stata esercitata con la riserva di contestare il costo richiesto dalla Regione, cosa poi avvenuta attraverso un ricorso al giudice ordinario. Il Tribunale ha però dichiarato la propria incompetenza e la palla è passata al Tar, competente per i contenziosi con l’amministrazione. Anche in questa sede sono però sorti dei dubbi e allora a decidere è stata la Suprema Corte che nell’aprile scorso ha ribadito che la decisione spetta al Tribunale amministrativo.

«L’area vale la metà»

Si riparte dunque da qui: la Regione in questi giorni ha deliberato di costituirsi in giudizio. Da parte sua Zangaglia è amareggiato per il tempo perso: «La Regione – spiega – ci aveva presentato una richiesta attorno agli 800mila euro, praticamente il doppio perché secondo noi quel terreno non arriva a mezzo milione». La differenza era data dalla capacità edificatoria ma l’imprenditore non ci sta: «Nessuno vuole edificare, quel locale deve restare una discoteca anche perché ormai è l’unica rimasta a Marina. Chiusa quella, sarebbe difficile attrarre giovani. Da parte nostra c’è solo questo interesse, anche per una questione affettiva, ma quella valutazione che oltretutto risale a dieci anni fa non è adeguata». Zangaglia inoltre sottolinea come, anche volendo, «le capacità edificatorie nel frattempo sono cambiate. Lì non si può costruire». Il titolare della Bbk srl spera che non siano necessari altri dieci anni di contenzioso e confida di riuscire a trattare con la Regione, magari grazie ad una mediazione dell’amministrazione comunale: «Sarebbe nell’interesse di tutti. Non solo noi ma anche la Regione spende soldi in questi ricorsi. Per la nostra società è un danno economico: nel caso mollassimo l’area rimarrebbe vuota perché oggi quella richiesta è totalmente fuori mercato e nessuno la rileverebbe a quel prezzo. Ci sarebbe quindi degrado anche nella zona adiacente. Sarebbe un bene arrivare ad un accordo extragiudiziale ma i funzionari non vogliono saperne».

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