Ravenna. Quanto inquina il rigassificatore? Le prime osservazioni

RAVENNA. Servono maggiori dettagli su emissioni, scarichi a mare, dragaggi e anche sui lavori del metanodotto che porterà il gas dalla costa al punto di distribuzione di Ravenna, in particolare su come interferiranno con i delicati equilibri ambientali. La città ha voluto con convinzione il rigassificatore ma ora chiede garanzie sulla sicurezza e l’ambiente a partire, come rivelato ieri dal Corriere Romagna, dai macchinari a terra che il progetto Snam posiziona in una zona troppo vicina a Punta Marina. Quella della parte a terra è, a livello urbanistico, una partita complessa da giocare: il Comune ha chiesto di spostare 500 metri più a sud gli edifici, che occuperanno una superficie di 16mila metri quadri, destinati alla riparametrazione del gas prima dell’immissione in rete.

Le richieste Arpae

Ma anche per quanto riguarda la parte a mare, e cioè la nave rigassificatrice, ci sono numerose integrazioni richieste al progetto. In prima fila, ancora una volta, Arpae. L’Agenzia regionale per l’ambiente chiede di stimare «le perdite di metano dal processo di rigassificazione e trasporto, anche ai fini dell’inclusione dell’esercizio del terminale» e una «valutazione in merito alla possibilità di formazione di “schiume” a partire dallo scarico delle acque provenienti dal processo di rigassificazione e, conseguentemente, la descrizione delle eventuali misure di gestione e contenimento che saranno attuate».

I dragaggi

Arpae vuole una stima anche dell’impatto che l’impianto a mare potrebbe avere sulla fauna ittica e chiede lumi in merito ai dragaggi: la piattaforma che ospiterà il rigassificatore, una decina di chilometri al largo della costa ravennate, va riprofilata e i fondali saranno da approfondire. Così da Bologna parte la richiesta di definire area e volumi della zona dragata e ipotizzare la frequenza con le quali le operazioni d’escavo saranno ripetute per mantenere la profondità dei fondali. Sul tema, nelle sue integrazioni, l’Autorità portuale scrive di ritenere opportuno che sia lei stessa a portare avanti le attività di dragaggio «stante il necessario coordinamento» con quelli «della canaletta d’accesso al porto di prossimo avvio».

Le compensazioni

Vengono poi richiesti, sia da parte del Servizio Ambiente del Comune sia da parte dei Carabinieri Forestali, ulteriori approfondimenti sul passaggio sotterraneo del metanodotto in aree in fregio alla pineta. La tecnologia “tranchless” di posa delle condotte evita di scavare, ma il problema della radici non è da sottovalutare. Il Servizio Ambiente chiede poi che siano precisate quali siano le compensazioni ambientali previste, ritenute opportune, «vista l’estensione spaziale dell’intervento e la sua complessità». In particolare, viste le «emissioni di Co2» e la «produzione di polveri» soprattutto in fase di cantiere si ritiene opportuno «definire misure compensative e di riequilibrio ambientale da definire con specifica convenzione con l’Amministrazione comunale».

Sarà Punta Marina Terme uno degli snodi principali del nuovo impianto di rigassificazione destinato ad entrare in funzione nel secondo semestre del 2024.

La piattaforma di ormeggio della nuova nave Fsru (Floating Storage and Regasification Units) acquistata da Snam si trova a 8,5 chilometri dal lido ravennate che avrà nei suoi paraggi anche i macchinari a terra. Dall’infrastruttura, partirà l’allacciamento che percorrerà i fondali fino all’ex stazione di pompaggio Agip Petroli, nei pressi della spiaggia libera di Punta Marina, in lungomare Cristoforo Colombo.

Quello sarà il primo punto di entrata a terra. Snam poserà poi un lungo gasdotto che attraverserà il territorio comunale per 32 chilometri, tutto da costruire. Lo si farà attraverso una serie di microcantieri, 69 in tutto, con cui i tecnici Snam andranno a posare le tubazioni dedicate al rigassificatore, con un avanzamento stimato di 50/60 metri al giorno e che dovranno attraversare fossati, fiumi e campi. La stessa piattaforma andrà adeguata alla Fsru.

Sono state formulate due ipotesi di riprofilazione della piattaforma per permettere le manovre alla nave, lunga 292,5 metri. Sempre secondo la relazione, per rifornire il rigassificatore, arriveranno navi metaniere di taglia variabile «una volta ogni 5/7 giorni».

Il via ai lavori di adeguamento alla piattaforma Pir a metà marzo, mentre dovrebbe cominciare a maggio il cantiere per il gasdotto: dureranno rispettivamente 16,5 e 15 mesi. La nave arriverà a luglio del 2024 e tra agosto e settembre la messa in esercizio.

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