Ravenna: presta soldi al “suocero” e ne chiede indietro il doppio

Per non perdere la casa, ormai in mano alla banca e con una procedura esecutiva, aveva bisogno di soldi. Li ha chiesti in prestito all’ex “genero”, il quale si è reso disponibile ma a patto che tutta la famiglia sottoscrivesse una scrittura privata che li vincolava a restituire il debito entro 90 giorni, con un tasso di interesse del 100 per 100. Si è ritrovato cornuto e mazziato. Perché non solo i 5mila euro ottenuti e usati quasi in toto per pagare l’avvocato non sono serviti a evitare lo sfratto; scaduto il termine concesso, il creditore è tornato a batter cassa chiedendone 10mila, sommando disperazione a disperazione. Un incubo, quello denunciato da un 82enne ravennate, che ha portato a processo per usura l’ex parente acquisto.
L’articolo integrale sul Corriere Romagna, in edicola



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