Anziana denuncia figlia e nipote: polizze milionarie e giocate al lotto finiscono in tribunale a Ravenna

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La figlia e il nipote avevano affidato la cura del suo patrimonio a un amministratore di sostegno, ritenendola ormai incapace di badare a se stessa, ma lei, una signora classe 1939 di San Pancrazio, sostiene di non sentirsi in condizioni di disagio mentale e ieri si è presentata in Tribunale, accompagnata dall’avvocato di parte civile Alessandro Totti, per dirlo in prima persona alla giudice Antonella Guidomei e al vice procuratore onorario Annalisa Folli. Il contesto è quello del processo in cui la figlia e il nipote della donna, tutelati dall’avvocato Carlo Benini, devono difendersi dall’accusa di avere reso falsa testimonianza al giudice tutelare. «Ho denunciato perché sono stata trattata male da mia figlia» ha dichiarato l’83enne riferendosi alla querela presentata in Questura nell’agosto del 2019. «Ha detto che non sarei in grado di intendere e di volere – ha proseguito – e che mi gioco mille euro al mese nel lotto, ma non è così». La denuncia è stata poi integrata nel gennaio del 2020, in seguito a un paio di incontri intercorsi tra l’anziana e il nipote, durante i quali quest’ultimo avrebbe chiesto alla nonna informazioni e proposto possibili accordi sulle quote societarie della sua azienda tipografica e polizze. Uno di questi due colloqui sarebbe anche stato registrato da una telecamera che l’anziana aveva installato nella propria cucina «per paura dei ladri»: la trascrizione è stata ammessa agli atti, con la riserva posta dalla giudice di verificare che il contenuto corrisponda all’audio del video. Fatto sta che la signora riteneva di non avere alcun bisogno di quell’amministratore di sostegno che l’ha seguita per circa un biennio, ed anzi la convinzione che ha manifestato ieri in Tribunale è che sua figlia abbia agito «per avere subito i soldi». Di quali sostanze economiche si stia parlando l’anziana lo ha rivelato rispondendo alle domande poste dal proprio avvocato: oltre a due conti correnti rispettivamente da 62mila e 80mila euro e un appartamento a Marina, la parte principale è rappresentata da due polizze il cui valore complessivo ammonta a ben 5 milioni di euro. Un altro aspetto al centro dell’udienza di ieri è stato quello delle giocate che sarebbero state effettuate dalla signora: «Lo facevo una volta a settimana, il venerdì – ha affermato lei – quando andavo a Russi per il mercato e incontravo le mie amiche». Puntate da 15-20 euro, che potevano eventualmente salire a «qualcosa di più quando si vinceva». Da parte della difesa dei due imputati è stato però presentato un album di diverse pagine, consegnate all’avvocato dalla figlia della donna e contenenti diverse matrici di gioco. La produzione di tale documento è stata ammessa dalla giudice, nonostante la Procura si fosse opposta considerandolo «di provenienza incerta»: nel corso della propria deposizione, l’83enne aveva infatti dichiarato di buttare quasi sempre nel cestino i resti delle schede giocate.

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