Ravenna, più gente alla mensa Caritas. "Colpa delle super bollette"

Ravenna

RAVENNA - «Il numero di persone che si sono rivolte alla mensa è aumentato anche ad agosto. Ed è cambiata l’utenza con l’arrivo di chi, pur avendo una casa, è venuto a mangiare per risparmiare sulle bollette». Un fenomeno nuovo, quello delineato da Daniela Biondi, vicedirettrice della Caritas di Ravenna, che rende l’idea di come i rincari energetici da problema economico potrebbero presto innescare un’emergenza sociale. Se prima a rivolgersi all’associazione erano persone senza lavoro o senza casa, l’impennata dei prezzi sta mettendo in difficoltà anche chi ha un tetto e un’occupazione. «C’è chi ha chiesto un pasto, da consumare sul posto o da asporto, proprio per cercare di limare le spese di luce e gas. E a differenza del passato non stiamo parlando di popolazione inattiva o pensionati, ma di gente in età da lavoro». Uno scenario che mostra la delicatezza della situazione attuale, alla vigilia di un autunno che anche alla Caritas guardano con preoccupazione. «Ci aspettiamo mesi difficili, con un aumento di richieste in termini numerici e soprattutto nuove domande». Un ulteriore elemento di criticità dopo l’impatto legato alla guerra in Ucraina (oltre 100 ancora i nuclei che la Caritas assiste in città, ndr). «Chi a fatica prima riusciva a far fronte alle spese con piccole rateizzazioni, già ora ci dice che non riuscirà ad arrivare alla fine del mese» sottolinea la Biondi. Uno tsunami di fronte al quale il mondo del volontariato si sta attrezzando rimodulando la propria organizzazione. «Stiamo ragionando su come e dove intervenire» spiega la vicedirettrice. Azioni che passeranno dal limare ulteriormente le voci di spesa, risparmiare dove possibile, tagliare dove e come si può. Ma per una realtà che si basa sul contributo dell’8 per mille e sulle donazioni dei cittadini, i margini di manovra non sono molti. «Cercheremo di intervenire sulla filiera degli acquisti, rivolgendoci ancor di più direttamente ai produttori per cercare di risparmiare qualcosa. Al momento quello è l’unico fronte su cui possiamo intervenire». Piccole economie di scala che alla Caritas sanno già che non resteranno a bilancio; quel che si potrà risparmiare è destinato infatti a colmare altre voci di spesa, ovvero l’aumento delle bollette, proprie e delle persone assistite. Sperando poi che il sostegno non venga meno. Il rischio infatti è che a cascata l’aumento del costo della vita si rifletta sui contributi e le donazioni dall’esterno. Rendendo così ancor più difficile aiutare chi si trova in situazioni di fragilità.

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